Abruzzo: un esempio per l’integrazione dei migranti
L’Abruzzo, sorprendentemente, risulta essere la quinta regione italiana per l’integrazione dei migranti che vi risiedono regolarmente. È questo il dato principale che emerge dal Dossier statistico Immigrazione 2013, elaborato dal Centro studi e ricerche Idos sotto il coordinamento dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, presentato ieri presso la Camera di Commercio di Pescara. Un tema, quello dell’immigrazione, che fa riflettere ripensando al dramma delle migliaia di migranti che, negli anni, hanno perso la vita nei tristemente famosi “viaggi della speranza” verso l’Italia, fuggendo da guerra e povertà: «Scorrono ancora le lacrime – introduce Franco Cambi, presidente di Cna pensionati Abruzzo – per quelle migliaia di morti nel profondo del Mediterraneo, ma soprattutto perché siamo in presenza di un’insensibilità che caratterizza la società italiana ed europea. Sembra quasi che l’Italia sia passata indenne attraverso il fenomeno dell’immigrazione, come se la storia non ci avesse insegnato nulla».
Tornando ai dati del dossier, dunque, con il suo milione e trecento mila abitanti dei quali 75 mila sono stranieri, con una percentuale del 5,7%, nella speciale classifica delle regioni a più alto tasso d’integrazione con i migranti l’Abruzzo non solo sopravanza le regioni del Centro-sud e le regioni del Centro, come Lazio, Toscana, Umbria e Marche, ma pone alle sue spalle regioni del Nord, quali Lombardia e Veneto: «Ma il dato ancor più interessante – analizza il professor Luigi Gaffuri, studioso dell’Università de L’Aquila – è che, tra le 103 province italiane, quella di Teramo è la settima per indice di integrazione. Inoltre, escludendo le regioni a statuto speciale, l’Abruzzo risulta essere la prima regione italiana riguardo all’integrazione sociale, con la provincia de L’Aquila capofila. Del resto, proprio nel capoluogo di regione si concentra la maggior presenza di immigrati, il 28,3% del totale della regione, seguito dalla provincia di Teramo con il 28,1%, di Chieti con il 23,7% e di Pescara con il 20%».
Approfondendo poi la provenienza degli stranieri, sul totale di 75 mila, 55 mila arrivano da Paesi non comunitari, mentre la comunità più rappresentata è quella rumena con 22 mila presenze: «Dei 55 mila stranieri non comunitari – precisa il professor Gaffuri – la metà sono donne, mentre i minori stranieri arrivano a costituire un quarto della popolazione regionale. Dati che spiegano il forte radicamento sul territorio». Il cammino dell’integrazione tra stranieri e abruzzesi, comunque, non si ferma grazie all’avvio della seconda edizione di “Scuola di italiano”, finanziata dal Fondo europeo per l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi, promossa dalla Regione Abruzzo con la Fondazione mondo digitale, l’Ufficio scolastico regionale e l’Università D’Annunzio: «Mediante 26 corsi – illustra Giovanna Castagna, di Fondazione mondo digitale – di lingua italiana ed educazione civica, spalmati da ottobre a giugno 2014, raggiungeremo 400 cittadini stranieri alfabetizzandoli o attestando la loro competenza linguistica».