"Entrare in queste periferie umane – afferma monsignor Baturi – è per noi un atto di fede: Gesù si identifica, continua ad identificarsi, con queste persone che chiedono di essere visitate. Per noi la visita significa farci presenti portando il tesoro più grande che abbiamo, la Parola di Dio, come segno di una nuova fraternità, della certezza che da qui si può ricominciare nella vita personale e sociale"
"Abbiamo inteso incoraggiare le donne vittime di violenza e di stalking - ricorda la sottosegretaria Maria Elena Boschi - a sbloccare il coraggio per denunciare tramite il numero gratuito 1522. Più fondi, negli anni, sono stati stanziati per i centri antiviolenza e le case rifugio per le donne vittime di violenza, mentre in settimana presenteremo in conferenza unificata il nuovo piano triennale antiviolenza e in conferenza Stato-Regioni le linee guida sanitarie per le donne vittime di violenza"
"Amare - ricorda Papa Francesco - significa ancora sentire compassione per la sofferenza dei fratelli e delle sorelle, farsi prossimi di tutti i viandanti malmenati e abbandonati sulle strade del mondo"
"Se la grande pietra della resurrezione l’ha rovesciata Gesù - osserva monsignor Valentinetti -, a noi spetta creare situazioni di resurrezione nelle nostre vite personali, nelle nostre famiglie, nella nostra società, nella nostra parrocchia, nella nostra Chiesa diocesana, nella nostra regione, nazione, nel mondo intero. Ecco il fermento della fede, quel germe nuovo che cresce e si edifica e matura dentro la storia dell’umanità"