"Trasformare i sistemi alimentari in modo olistico (che siano la somma di tutte le parti coinvolte) - chiede Caritas internationalis -, affrontando le cause profonde dell’insicurezza alimentare e favorendo l’inclusione e la partecipazione delle persone maggiormente interessate e vulnerabili, come i piccoli agricoltori, negli spazi legittimi; preservare e incentivare i sistemi alimentari locali, investendo urgentemente nell’agricoltura di comunità, promuovendo i mercati locali e adottando un modello di economia circolare per l’intera catena del valore alimentare; investire nell’agro-ecologia quale pilastro portante dei sistemi alimentari attraverso programmi pubblici adeguatamente finanziati"
"La nostra peculiarità nel saper superare le avversità – esorta Matterella - deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale"
Lo scambio pubblico-privato - secondo la ricerca - è cambiato, perché le esigenze di bilancio hanno spostato sulle famiglie una parte significativa del costo delle prestazioni sanitarie erogate dal pubblico. In estrema sintesi, si può dire che vince l’incubo delle liste di attesa troppo lunghe che sono il perno esplicativo dei comportamenti sanitari degli italiani di questi anni, le quali obbligano i cittadini ad usare il privato e l’intramoenia come porta di accesso accelerato alla cura