"E poi facciamo come Maria - aggiunge Papa Francesco -: guardiamoci attorno e cerchiamo qualche persona a cui possiamo essere di aiuto! C’è qualche anziano che conosco a cui posso fare un po’ di aiuto, di compagnia? Ognuno ci pensi. O fare un servizio a una persona, una gentilezza, una telefonata? Ma a chi posso dare aiuto? Mi alzo e do aiuto. Aiutando gli altri, aiuteremo noi stessi a rialzarci dalle difficoltà"
"San Giuseppe - sottolinea il Papa - rappresenta un’icona esemplare dell’accoglienza dei progetti di Dio. La sua è però un’accoglienza attiva. Mai rinunciatario o arrendevole, egli non è un uomo rassegnato passivamente. Il suo è un coraggioso e forte protagonismo. Possa egli aiutare tutti, soprattutto i giovani in discernimento, a realizzare i sogni di Dio per loro. Possa egli ispirare l’intraprendenza coraggiosa di dire ‘sì’ al Signore, che sempre sorprende e mai delude!"
"Si tratta di cambiamenti - spiega il Papa - che esigono da parte nostra un riconoscimento serio e responsabile del tipo di mondo che possiamo lasciare non solo ai nostri figli, ma anche ai milioni di persone sottoposte ad un sistema che le ha trascurate. La nostra casa comune è stata parte di questo gruppo di esclusi che grida al cielo e che oggi bussa con forza alle nostre case, città, società"
"Gli sposi cristiani - ribadisce Papa Francesco -, celebrando il sacramento del matrimonio, si rendono disponibili a onorare questa benedizione, con la grazia di Cristo, per tutta la vita. La Chiesa, da parte sua, si impegna solennemente a prendersi cura della famiglia che ne nasce, come dono di Dio per la sua stessa vita, nella buona e nella cattiva sorte"
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