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Covid-19: “Ha prodotto 573 miliardari con 263 milioni di persone a rischio povertà estrema”

"La marcata concentrazione della ricchezza – e di potere economico – nelle mani di pochi – aggiunge Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam international - è il risultato di politiche di lungo corso, di decenni di liberalizzazioni e deregolamentazione della finanza e del mercato del lavoro, di anni in cui le regole del gioco sono state fortemente condizionate da interessi particolari a detrimento della maggioranza dei cittadini"

Lo ha denunciato Oxfam nel suo report, presentato all’inizio del Forum economico mondiale di Davos

Uno degli effetti più drammatici del Covid-19 è stato l’aumento delle disuguaglianze nel mondo: «La pandemiadenuncia Oxfam nel suo report, presentato ieri in avvio del meeting annuale del World economic forum a Davosha prodotto 573 nuovi miliardari, uno ogni 30 ore, mentre, quest’anno, un milione di persone ogni 33 ore potrebbe finire in condizione di povertà estrema, vale a dire 263 milioni. Mentre aumentano vertiginosamente i prezzi al consumo dei prodotti alimentari e dei beni energetici e la spirale della povertà estrema rischia di inghiottire 1 milione di persone ogni giorno e mezzo nel 2022, i super ricchi che controllano le grandi imprese nei settori alimentare e dell’energia continuano ad accrescere le proprie fortune, aumentate dall’inizio della pandemia di 453 miliardi di dollari, al ritmo di 1 miliardo di dollari ogni due giorni».

Nuovi preoccupanti dati che mostrano “scandalose iniquità a livello globale”: «I miliardari a Davos – rileva l’organizzazione non governativa – potranno brindare all’incredibile impulso che le loro fortune hanno ricevuto grazie alla pandemia e all’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, – afferma Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam international –, ma allo stesso tempo decenni di progressi nella lotta alla povertà estrema rischiano di essere vanificati con milioni di persone lasciati senza mezzi per poter semplicemente sopravvivere».

Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam international – Foto Oxfam

La ricchezza dei miliardari è aumentata, in termini reali, più in 24 mesi di Covid-19 che nei primi 23 anni delle rilevazioni di Forbes ed è ora equivalente al 13,9% del Pil mondiale, una quota più che triplicata dal 4,4% del 2000: «La marcata concentrazione della ricchezza – e di potere economico – nelle mani di pochi – aggiunge la Bucher – è il risultato di politiche di lungo corso, di decenni di liberalizzazioni e deregolamentazione della finanza e del mercato del lavoro, di anni in cui le regole del gioco sono state fortemente condizionate da interessi particolari a detrimento della maggioranza dei cittadini – ha aggiunto Bucher –. Privatizzazioni, emersione di nuovi monopoli, ricorso ai paradisi fiscali e sfrenato arricchimento per pochi; insicurezza, sfruttamento, assenza di diritti e sforzi scarsamente riconosciuti e ricompensati per troppi altri. La pandemia ha esacerbato le disuguaglianze e ridotto sul lastrico molte persone. Milioni oggi non hanno sufficiente cibo o soldi per riscaldarsi. In Africa orientale, una persona rischia di morire di fame ogni minuto. Siamo di fronte a una disuguaglianza paradossale, tossica che rischia di spezzare i legami che tengono insieme la nostra società».

E, al tempo della pandemia, è andata particolarmente bene anche alle imprese del settore energetico, alimentare e farmaceutico che, caratterizzate da un contesto di forte monopolio, hanno registrato profitti record mentre, a detta di Oxfam, i salari rimangono stagnanti e i lavoratori sono esposti ad un aumento vertiginoso del costo della vita, paragonandolo a quello degli ultimi decenni. Ad esempio cinque delle più grandi multinazionali energetiche (BP, Shell, Total Energies, Exxon e Chevron) registrano 2.600 dollari di profitto al secondo. Tra l’altro oggi 2.668 miliardari – 573 in più rispetto al 2020 – possiedono una ricchezza netta pari a 12.700 miliardi di dollari, con un incremento pandemico, in termini reali, di 3.780 miliardi di dollari. I 20 miliardari più ricchi del mondo, secondo Oxfam, hanno patrimoni che valgono più dell’intero Pil dell’Africa subsahariana. Su scala globale, si legge nel report, «un lavoratore che si trova nel 50% degli occupati con retribuzioni più basse, dovrebbe lavorare per 112 anni per guadagnare quello che un lavoratore nel top 1% guadagna in media in un solo anno. Inoltre, l’elevata informalità dell’economia e i sovraccarichi del lavoro, hanno tenuto fuori dalla forza lavoro 4 milioni di donne in America Latina e nei Caraibi».

Da qui la richiesta dell’organizzazione non governativa Oxfam di «riallocare, a favore dei Paesi vulnerabili, una generosa quota dei diritti speciali di prelievo, assicurando la fruibilità senza condizionalità di tali risorse da parte dei Paesi beneficiari, riconoscendone la natura concessionale e il carattere addizionale rispetto ad altri impegni finanziari; introdurre imposte straordinarie sugli extra-profitti pandemici (e sugli extra-profitti delle compagnie energetiche) per finanziare trasferimenti pubblici alle famiglie in difficoltà; accanto a simili interventi solidaristici, va inoltre assicurato un serio riequilibrio dei carichi fiscali con un marcato spostamento del carico impositivo dai redditi da lavoro a quelli da capitale, rafforzata la funzione redistributiva dei sistemi fiscali e perseguito il rispetto del principio di equità orizzontale».

E, com’era immaginabile, la pandemia di Covid-19 ha prodotto 40 nuovi miliardari anche nel settore farmaceutico che, negli ultimi due anni, ha raggiunto profitti impressionanti: «Imprese come Moderna e Pfizer – accusa Oxfam – hanno realizzato 1.000 dollari di profitto al secondo grazie al solo vaccino Covid-19 e, nonostante abbiano usufruito di ingenti risorse pubbliche per il suo sviluppo, fanno pagare ai governi le dosi fino a 24 volte in più rispetto al costo di produzione stimato, anteponendo gli utili alla tutela della salute globale in un mondo in cui l’87% dei cittadini nei Paesi a basso reddito non ha ancora completato il ciclo vaccinale».

Da qui lo sdegno dell’organizzazione internazionale: «È scandaloso che alcuni abbiano accumulato ricchezze – stigmatizza la direttrice esecutiva di Oxfam international -, negando a miliardi di persone l’accesso ai vaccini o approfittando dell’aumento dei prezzi alimentari ed energetici. A due anni dall’inizio della pandemia, con più di 20 milioni di morti stimate dovute al Covid-19 e una crisi economica drammatica, i leader dei governi hanno il dovere morale di promuovere misure nell’interesse dei più, soprattutto delle persone più vulnerabili, e non dei pochi».

Per questo Oxfam ha rivolto ai governi la raccomandazione di «porre fine all’apartheid vaccinale sospendendo i brevetti, favorendo la condivisione di know-how e tecnologia sui vaccini Covid-19, investendo in centri di produzione di vaccini nel Sud del mondo, redistribuendo immediatamente ed equamente le dosi esistenti e mantenendo le promesse di donazione fatte, secondo un calendario concordato che consenta l’implementazione di un’efficace campagna vaccinale nei Paesi a basso reddito».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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