Perdonanza: “La pace nasce da un cuore che dà e riceve perdono”
"L’attualità di questo messaggio – ribadisce il cardinale Parolin – va tenuta presente soprattutto alla luce della situazione di conflitto che viviamo nel mondo intero, quella che Papa Francesco definiva la terza guerra mondiale a pezzi, che sta diventando sempre più crudele nei vari scenari"
Da sinistra il cardinale arcivescovo emerito Petrocchi, il cardinale Parolin e l'arcivescovo di L'Aquila monsignor D'Angelo - Foto: Chiesa di L'Aquila
Ieri sera, nell’ambito di una cerimonia solenne e suggestiva, è stato il cardinale segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin ad aprire la porta santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila dando avvio alla 731ª Perdonanza celestiniana.

Con l’occasione, prima di celebrare una santa messa all’interno della basilica – concelebrata dall’arcivescovo di L’Aquila monsignor Antonio D’Angelo e dal cardinale arcivescovo emerito Giuseppe Petrocchi, il porporato ha rivolto alcune riflessioni alla comunità diffuse attraverso un video: «Questo messaggio del perdono come via alla pace – afferma il cardinale Parolin -, credo che rivesta oggi una grandissima attualità. Vale la pena riproporlo, perché la pace nasce prima di tutto da un cuore pacificato, che è un cuore perdonato da Dio e che sa perdonare anche gli altri, che sa dare e ricevere perdono».
Il cardinale si è detto “lieto di essere qui”, ricordando il suo interesse specifico per la figura di Celestino V e rimarcando l’importanza dell’istituzione del Perdono: «L’attualità di questo messaggio – ribadisce il segretario di Stato Vaticano – va tenuta presente soprattutto alla luce della situazione di conflitto che viviamo nel mondo intero, quella che Papa Francesco definiva la terza guerra mondiale a pezzi, che sta diventando sempre più crudele nei vari scenari. La Perdonanza è un momento di grande spiritualità e di crescita nella fede e nella speranza», collegato al Giubileo della speranza in corso, il quale «richiama al tema della carità verso Dio e verso tutti».




