Sostentemento clero: “I nostri preti offrono la vita per la comunità”
"Fa riflettere il fatto che oggi – rileva Monzio Compagnoni - le offerte deducibili a favore dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero (Icsc,) coprono meno del 2% del fabbisogno annuale complessivo. Dietro ogni sacerdote c’è una vita interamente dedicata agli altri"
Il sacerdote pescarese don Daniele Partenza distribuisce l'Eucaristia
Quella che avrà luogo domani domenica 21 settembre sarà la 37ª Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Una giornata che racchiude in sé un significato importante: «Un gesto di riconoscenza – spiega Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica – verso i sacerdoti che ogni giorno si prendono cura delle nostre comunità. La Giornata nazionale richiama l’attenzione sull’importanza della missione dei sacerdoti, sulla bellezza del loro servizio e sulla corresponsabilità richiesta alla comunità cattolica. È un’opportunità per esprimere gratitudine verso uomini di fede, speranza e prossimità, che ogni giorno offrono la loro vita per il bene delle comunità».

A volte si ritiene, erroneamente, che l’offerta domenicale basti a garantire il sostentamento del clero. Ma in molte realtà, queste entrate non coprono quanto è necessario: «Fa riflettere il fatto che oggi – rileva Monzio Compagnoni – le offerte deducibili a favore dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero (Icsc,) coprono meno del 2% del fabbisogno annuale complessivo. Dietro ogni sacerdote c’è una vita interamente dedicata agli altri. E ogni offerta, anche la più piccola, è un modo per dire ‘grazie’ e sostenere concretamente i nostri preti». Nello scorso anno le offerte raccolte, pari a 7,9 milioni di euro, hanno contribuito al sostentamento di circa 31 mila sacerdoti attivi nelle 226 diocesi italiane, inclusi 250 fidei donum e 2.517 sacerdoti anziani o malati.
Guardando anche indietro nel tempo, si evince come dal 1989 al 2024, le offerte deducibili a favore dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero (Icsc) si siano ridotte del 40%, scendendo da oltre 13 milioni a meno di 8milioni di euro. Ciò emerge dall’elaborazione storica dei dati curata dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. Allo stesso tempo, è diminuito anche il numero degli offerenti, che da quasi 100 mila nel 1989 sono scesi a circa 67.500 nel 2024. Un calo strutturale che, anche tenendo in considerazione le variabili economiche e demografiche, interroga la partecipazione attiva dei fedeli alla vita ecclesiale.
Negli ultimi anni, tra l’altro, il valore medio dell’offerta ha subito un calo progressivo: nel 2007 era pari a 98 euro, oggi si attesta a 75. I dati, quindi, dimostrano un progressivo distanziamento da uno strumento che, per sua natura, è personale, libero, deducibile e destinato interamente al sostentamento dei sacerdoti diocesani italiani. Le offerte deducibili, introdotte con la revisione del Concordato, rimangono ancora oggi un gesto concreto e fiscalmente agevolato, accessibile tramite cinque diverse modalità: bonifico, conto corrente postale, carta di credito, Paypal e versamento presso gli istituti diocesani.
Nel 2024 il fabbisogno complessivo per il sostentamento dei circa 31 mila sacerdoti italiani, secondo il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, ha raggiunto i 522milioni di euro. La copertura effettiva si è fermata a 402,6 milioni, pari al 77,1% del totale, grazie ai redditi personali dei sacerdoti (15,9%), alle risorse delle parrocchie e degli enti (7%), ai proventi degli istituti diocesani (6,8%) e ai fondi gestiti dall’Istituto centrale per il sostentamento del clero, derivanti in prevalenza dall’8xmille. Le offerte deducibili hanno coperto appena l’1,5% del fabbisogno. Il restante 22,9% non risulta finanziato. Ad usufruire di questi fondi sono stati 28.536 sacerdoti in attività, 2.517 in previdenza integrativa e circa 250 fidei donum impegnati nei Paesi in via di sviluppo.
Ogni sacerdote riceve una remunerazione dignitosa – attorno ai 1.000 euro mensili netti – rispetto ad un servizio che si prolunga ben oltre l’ambito parrocchiale, toccando scuola, sanità, carcere, missioni e ascolto quotidiano nelle comunità.


