San Francesco festa nazionale: “Ricorda che è possibile un mondo fraterno”
"San Francesco - sottoline il cardinale Zuppi - è una figura capace di ispirare l’amore politico e quello per il creato, perché il bene comune prevalga sulle logiche speculative e del più forte. Celebrarlo significa credere che si può dialogare con tutti e che la pace inizia quando si considera l’altro un fratello"
Il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi, - Foto: Siciliani-Gennari/Sir
Ieri, dopo la precedente approvazione della Camera dei deputati, anche la Commissione Affari Costituzionali del Senato – in sede deliberante – ha confermato l’approvazione della legge che ha ripristinato la solennità di San Francesco d’Assisi patrono d’Italia come festa nazionale, a partire dal 2026, come più non avveniva dal 1977. Ciò quindi, al pari di altre feste o solennità come il Natale o la Festa della Repubblica, comporterà la chiusura di scuole e uffici.
Un provvedimento accolto con soddisfazione dalla Conferenza episcopale italiana: «Questa decisione – scrive il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei –, diventa occasione per riscoprire la figura del Patrono d’Italia, che ha profondamente segnato il carattere del nostro Paese. In un tempo segnato da divisioni, tensioni internazionali crescenti e da una drammatica escalation di violenza globale, San Francesco è una figura capace di ispirare l’amore politico e quello per il creato, perché il bene comune prevalga sulle logiche speculative e del più forte. Celebrarlo significa credere che si può dialogare con tutti e che la pace inizia quando si considera l’altro un fratello».
Per questo, il patrono d’Italia rappresenta un modello di santità attualissimo per questo tempo: «San Francesco – ricorda il porporato -, che ebbe tra i suoi principali obiettivi un annuncio di pace, ricorda che è possibile un mondo fraterno, disarmato, dove ciascuno ha il suo spazio, a partire dai più poveri e fragili».
E per sottolineare ancor di più l’attualità della testimonianza di San Francesco d’Assisi, il cardinale Zuppi ha ripreso anche un passaggio dell’enciclica Fratelli tutti, la quale ricorda che il Santo “si liberò da ogni desiderio di dominio sugli altri, si fece uno degli ultimi e cercò di vivere in armonia con tutti”.


