“Restiamo vigilanti aspettando che il Signore venga, perché Lui c’è!”
"Dio - osserva il Papa - è nascosto nella nostra vita, sempre c’è, è nascosto nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno, si manifesta nelle cose di ogni giorno. Lui è lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni"
In occasione dell’Angelus della prima domenica di Avvento, ieri Papa Francesco ha riflettuto – come sempre – sul Vangelo domenicale e in particolare su di una «bella promessa» che introduce questo tempo: “Il Signore vostro verrà (Mt 24,42)”: «Questo è il fondamento della nostra speranza – ricorda il Pontefice -, è ciò che ci sostiene anche nei momenti più difficili e dolorosi della nostra vita: Dio viene, Dio è vicino e viene. Non dimentichiamolo mai! Sempre il Signore viene, il Signore ci fa visita, il Signore si fa vicino, e ritornerà alla fine dei tempi per accoglierci nel suo abbraccio. Davanti a questa parola, ci chiediamo: come viene il Signore? E come riconoscerlo e accoglierlo?».
Il Santo Padre si è quindi fermato ad approfondire questi due interrogativi: «La prima domanda – osserva -, “Come viene il Signore?” Tante volte abbiamo sentito dire che il Signore è presente nel nostro cammino, che ci accompagna e ci parla. Ma forse, distratti come siamo da tante cose, questa verità rimane per noi solo teorica; sì, sappiamo che il Signore viene, ma non la viviamo questa verità, oppure immaginiamo che il Signore venga in modo eclatante, magari attraverso qualche segno prodigioso. E invece Gesù dice che avverrà “come ai giorni di Noè” (cfr v. 37). E cosa facevano ai giorni di Noè? Semplicemente le cose normali e quotidiane della vita, come sempre: «mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito» (v. 38). Teniamo conto di questo. Dio è nascosto nella nostra vita, sempre c’è, è nascosto nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno, si manifesta nelle cose di ogni giorno. Lui è lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni».
Ma c’è anche una seconda domanda, “Come riconoscere e accogliere il Signore?”: «Dobbiamo essere svegli, attenti, vigilanti – raccomanda Papa Bergoglio –. Gesù ci avverte. C’è il pericolo di non accorgerci della sua venuta ed essere impreparati alla sua visita. Ho ricordato altre volte quanto diceva Sant’Agostino: “Temo il Signore che passa” (Serm. 88,14.13), cioè temo che Lui passi e io non lo riconosca! Infatti, di quelle persone del tempo di Noè, Gesù dice che mangiavano e bevevano “e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti” (v. 39). Facciamo attenzione a questo, non si accorsero di nulla! Erano presi dalle loro cose e non si resero conto che stava per venire il diluvio. Infatti Gesù dice che, quando Lui verrà, “due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato” (v. 40). In che senso? Qual è la differenza? Semplicemente che uno è stato vigilante, aspettava, capace di scorgere la presenza di Dio nella vita quotidiana; l’altro, invece, era distratto, ha “tirato a campare” e non si è accorto di nulla».
Da qui l’esortazione rivolta ai credenti per questo nuovo periodo liturgico: «Fratelli e sorelle – invita Papa Francesco -, in questo tempo di Avvento lasciamoci scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno! Proviamo a chiederci, “Sono consapevole di ciò che vivo, sono attento, sono sveglio? Cerco di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose?” Se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi. Perciò, fratelli e sorelle, restiamo vigilanti! Aspettando che il Signore venga, aspettando che il Signore ci avvicini, perché Lui c’è, ma aspettando attenti. E la Vergine Santa, Donna dell’attesa, che ha saputo cogliere il passaggio di Dio nell’umile e nascosta vita di Nazaret e lo ha accolto nel suo grembo, ci aiuti in questo cammino di essere attenti per aspettare il Signore che è fra noi e passa».
Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha rivolto un pensiero sugli ennesimi violenti sconti che, in questi giorni, stanno nuovamente insanguinando Israele e Palestina: «Mercoledì scorso – ricorda – due vili attentati a Gerusalemme hanno ferito tante persone e ucciso un ragazzo israeliano; e lo stesso giorno, durante gli scontri armati a Nablus, è morto un ragazzo palestinese. La violenza uccide il futuro, spezzando la vita dei più giovani e indebolendo le speranze di pace. Preghiamo per questi giovani morti e per le loro famiglie, in particolare per le loro mamme. Auspico che le autorità israeliane e palestinesi abbiano maggiormente a cuore la ricerca del dialogo, costruendo la fiducia reciproca, senza la quale non ci sarà mai una soluzione di pace in Terra Santa». Infine, prima di salutare i fedeli, il Pontefice ha ricordato anche Burkhard Scheffler: «Morto tre giorni fa qui sotto il colonnato di Piazza San Pietro: morto di freddo», conclude Bergoglio.