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Gli italiani hanno voglia di altruismo e spiritualità

Emerge dal rapporto “I valori degli italiani 2013. Il ritorno del pendolo”, elaborato dal Censis, presentato ieri

Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera

Nella società italiana si sta diffondendo una sorta di “papa francescanesimo” e aumenta la voglia di altruismo. La figura del Pontefice sta risvegliando in molti l‘interesse non solo per la fede, ma più in generale per la vita spirituale, che il 59% degli italiani ritiene importante, e il gusto per una certa frugalità nei consumi. È quanto emerge dalla ricerca del Censis “I valori degli italiani 2013. Il ritorno del pendolo”, edita da Marsilio, che è stata presentata ieri pomeriggio a Roma da Giulio De Rita, ricercatore dell’Istituto, e discussa da Goffredo Fofi, saggista e critico cinematografico, insieme a Massimo Franco, editorialista del Corriere della sera, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis.

Come un pendolo alla fine dell‘oscillazione, quasi fermo, ma carico di energia per ripartire in un nuovo ciclo, la società italiana sembra avere, secondo l’Istituto, anche se in forma potenziale, da attivare, le energie per un’inversione di rotta valoriale dall’egoismo all’altruismo: «Il 29,5% degli italiani – si legge nell’indagine – afferma di ricevere moltissima carica dalla possibilità di aiutare qualcuno in difficoltà, e la percentuale rimane costante in tutte le classi di età, segno di una voglia comune di ritrovare l‘altro». Secondo la ricerca, infatti, il 40% degli italiani si dice molto disponibile a fare visita agli ammalati, più del 36% assolutamente pronto a rendersi disponibile, in caso di calamità naturale, per contribuire al bene comune. Il 37% si dice molto o abbastanza disponibile a dare una mano nella manutenzione delle scuole. E l’amore più forte resta quello per le persone vicine, dato che l’80% degli italiani afferma di amare moltissimo i propri familiari, il 64% il proprio partner, il 22% i colleghi di lavoro.

A tal proposito, il 35% degli imprenditori ed il 31% degli artigiani ritiene che collaborare bene con i colleghi darebbe molta carica: «Potrebbe farsi strada – commenta il Censis – una nuova cultura imprenditoriale, più collaborativa, in grado di essere trainante per il Paese, se prevarrà la voglia di riscoprire l‘altro come alleato e non come competitor». Ciò che emerge, comunque, è che di fronte alla crisi il Paese risulta tutt’altro che spento. L’85% dei cittadini si dice preoccupato e il 71% indignato, ma solo il 26,5% frustrato ed il 13,5% disperato. Di contro, il 59% degli italiani si sente vitale. Insomma, nel Paese si prepara una reazione al degrado antropologico, ma essa aspetta di essere incanalata e condotta: «Si avverte – conclude il Censis – l‘assenza di una regia che coaguli tutte queste energie: oggi il 67% degli italiani non si sente rappresentato da nessuno».

Giuseppe De Rita, presidente Censis

Uno studio, quest’ultimo, che ha suscitato diverse reazioni da parte di esperti, come Massimo Franco, che nella fotografia scattata agli italiani vede la presa di coscienza di una stagione di occasioni sprecate: «Abbiamo assistito – sostiene l’editorialista del Corriere della Sera – ad una fase in cui sono state esasperate le rivendicazioni di diritti individuali sempre più parcellizzati. Tuttavia in questi anni non ho visto un Paese competitivo, ma piuttosto un’Italia plasmata da una cultura del conflitto che ha negato la competizione. L’Italia si è inoltre cullata nell’illusione di poter avere un ruolo importante nel gioco delle superpotenze e ha coltivato la tendenza a non assumere mai responsabilità in prima persona. Vent’anni di cultura del conflitto ci hanno fatto fare passi indietro – prosegue Franco -; occorre ricostruire una classe dirigente nuova e il processo durerà anni».

Sul tema, si è espresso anche il sociologo Giuseppe De Rita: «Il 67% degli italiani non si sente rappresentato da nessuno – evidenzia il presidente del Censis – e di questa mancanza di riferimento paterno, di figura di “pastore del gregge” che dia il senso dello stare insieme è emblematica anche l’elezione del presidente della Repubblica, avvenuta in un clima di distruzione di ogni autorità».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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