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“Gerusalemme è tranquilla. Preghiamo perché cessino odio e guerra”

"Anche noi francescani, come tutti, soffriamo per i fatti accaduti per Gaza e siamo preoccupati per quanto potrebbe ancora accadere. Chi vuol lasciare Israele può farlo con i voli forniti dalle agenzie o dai consolati, ma noi francescani di Terra Santa restiamo qui, come in situazioni analoghe del passato"

Lo ha affermato il pescarese Padre Claudio Bottini, già decano della Facoltà “Studium Biblicum Franciscanum”, testimoniando la situazione nella città israeliana

Padre Claudio Bottini, già decano della Facoltà "Studium biblicum Franciscanum" di Gerusalemme

A sei giorni dal terribile attacco terroristico sferrato sabato 7 ottobre dai miliziani di Hamas nei confronti dello Stato d’Israele, che ha finora provocato oltre 1.200 morti da parte israeliana e oltre 1.300 morti da parte palestinese a seguito della risposta israeliana agli attacchi di Hamas, mentre le città al confine con la Striscia di Gaza e la stessa città palestinese sono il teatro di guerra con centinaia di razzi che, dall’una e dall’altra parte, generano morte e distruzione, a 80 chilometri di distanza Gerusalemme è ancora tranquilla. La città santa in cui, da sempre, cristiani, ebrei e musulmani convergono per pregare da tutto il mondo osserva ancora con un certo distacco il conflitto, seppur geograficamente vicino, ma comunque con preoccupazione, preghiera e speranza che si arrivi presto ad un “cessate il fuoco”.

E a Gerusalemme opera anche un frate francescano pescarese originario di Passo Cordone, frazione di Loreto Aprutino (Pescara), il 79enne già decano della Facoltà “Studium Biblicum Franciscanum” della Pontificia Università Antonianum Padre Claudio Bottini, che ha offerto una testimonianza diretta della situazione attuale: «Qui siamo abbastanza tranquilli – racconta il francescano pescarese -. Anche noi francescani, come tutti, soffriamo per i fatti accaduti per Gaza e siamo preoccupati per quanto potrebbe ancora accadere. Preghiamo perché cessino per tutti odio e guerra. Gerusalemme è relativamente tranquilla, infatti da 4 giorni (fino a ieri sera) nessun allarme e nessun missile è arrivato fin qui. Personalmente non mi sento in pericolo. Chi vuol lasciare Israele può farlo con i voli forniti dalle agenzie o dai consolati, ma noi francescani di Terra Santa restiamo qui, come in situazioni analoghe del passato. Nella nostra Facoltà portiamo avanti le lezioni, in parte in presenza e in parte in streaming».

Quella di oggi, in particolare, è una giornata delicata: «È un giorno di preghiera per tutti i musulmani – ricorda Padre Bottini -. Ma anche in passato nonostante tutti gli allarmismi, in questo caso l’allarme viene dal fatto che questo movimento di miliziani (Hamas) – che ha provocato tutto quel terrore a Gaza – ha chiamato i musulmani a raccolta per protestare, non crediamo che vi saranno grandi manifestazioni. A Gerusalemme la gente è sempre stata più tranquilla, più serena, e così ci sentiamo anche noi. Tra l’altro, a riprova della situazione tranquilla che viviamo a Gerusalemme, ieri sera a cena avevamo ospite il direttore dell’Ècole biblique, la scuola biblica e archeologica domenicana, con cui siamo molto amici. Questo proprio perché in città ci si può muovere tranquillamente». Tra l’altro, il patriarca latino di Gerusalemme cardinale Pierbattista Pizzaballa e Custode di Terra santa Padre Francesco Patton invitano tutti alla preghiera, al digiuno e alla sobrietà in tutto.

MARTEDĺ 17 OTTOBRE LA GIORNATA NAZIONALE DI DIGIUNO, PREGHIERA E ASTINENZA PER LA PACE

A tal proposito, la Presidenza della Conferenza episcopale italiana ha voluto promuovere una Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione nella giornata di martedì 17 ottobre, in comunione con i cristiani di Terra Santa secondo le indicazioni dello stesso cardinale Pizzaballa il quale, a nome di tutti i vescovi, ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi «nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione». Da qui l’invito della Presidenza Cei affinché tutte le comunità diocesane possano aderire «in un momento di grande dolore e forte preoccupazione per l’escalation di violenza in Medio Oriente».

Per l’occasione è stato elaborato uno schema di preghiera. Intanto, domenica 15 ottobre, in tutte le celebrazioni eucaristiche, può essere adottata l’intenzione: “Padre misericordioso e forte: ‘tu non sei un Dio di disordine, ma di pace’. Spegni nella Terra Santa l’odio, la violenza e la guerra, perché rifioriscano l’amore, la concordia e la pace. Preghiamo”.

About Davide De Amicis (4531 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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