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Francesco: “Ci ha insegnato a disarmare le parole. Dal silenzio nasce la pace”

"Questa Madonna del silenzio, credo sia stata una forma di consolazione, prima per il Papa e poi per la Chiesa - afferma Fra Emiliano Antenucci -, al fine di usare delle parole utili, delle parole giuste per gli altri. Quindi la Madonna che ci ricorda la preghiera silenziosa, l'amore per il silenzio, direbbe San Benedetto, che è fondamentale nella preghiera. Ma anche la Madonna contro il chiacchiericcio. Tutto il magistero di Paolo Francesco è pieno veramente di discorsi contro il chiacchiericcio"

Lo ha affermato Fra Emiliano Antenucci, rettore del Santuario della Madonna del Silenzio che ha istituito per volontà di Papa Francesco, che ha ricordato la figura del Pontefice

Fra Emiliano Antenucci e Papa Francesco con l'icone della Madonna del silenzio

In questi giorni di Novendiali (nove giorni di celebrazioni in suffragio del Papa defunto), mentre si prepara il Conclave che eleggerà il prossimo Papa, prosegue il ricordo e il ringraziamento per il Pontificato di Papa Francesco, tornato alla casa del Padre lunedì 21 aprile, anche attraverso le testimonianze di coloro che l’hanno conosciuto da vicino.

In Abruzzo uno di questi è Fra Emiliano Antenucci: sacerdote dell’Ordine dei Frati minori cappuccini 46enne, originario di Vasto (Chieti), e promotore del corso “Silenzio parla il silenzio”. Si tratta di un percorso spirituale, che intende far riscoprire il valore del silenzio interiore come modalità di ascolto della voce di Dio. Esperto di Pastorale giovanile e di strada nel 2016, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, viene nominato missionario della Misericordia. In quello stesso anno, il 15 giugno, al termine di un’udienza Papa Francesco benedice la sua icona della Madonna del silenzio, autografandola e concedendogli la benedizione apostolica per il suo apostolato. Contestualmente, Papa Bergoglio gli chiede di aprire in Abruzzo un nuovo santuario dedicato alla Vergine del Silenzio, del quale ad Avezzano (L’Aquila) è rettore dal 13 maggio 2020. È anche autore di libri di spiritualità, tra i quali spicca “Non sparlare degli altri” (edito da Effatà). Accomunati dalla devozione per la Madonna del Silenzio, Fra Emiliano e Papa Francesco si sono frequentati spesso nel corso degli anni, sviluppando una bella amicizia che il noto frate cappuccino ha raccontato ai taccuini di La Porzione.it e ai microfoni di Radio Speranza.

Fra Emiliano, con Papa Francesco hai condiviso questa particolare devozione per la Vergine del silenzio, dalla quale è nato tutto un percorso?

«È nato al cielo un Papa amico. Lo posso dire, perché veramente c’era un rapporto di confidenza, di telefonate, di lettere, di corrispondenza. E la cosa che mi colpisce è vedere tutta la folla che anche in questi giorni lo circonda. È veramente il Papa della gente. Un Papa che “è morto in mezzo alla gente” in piazza San Pietro, l’ultima volta che l’abbiamo visto, e poi è rimasto nel cuore di tutti. Però i media, secondo me, non hanno messo in evidenza un altro aspetto di Papa Francesco. Ricordiamoci, e questo parlavo anche con lui, che era un gesuita, aveva una grande formazione non solo culturale, ma anche spirituale. Si alzava alle 4 del mattino e durante il giorno faceva tanti momenti di silenzio, quindi meditava la parola di Dio ed era molto esperto di discernimento. E poi la Madonna del Silenzio gli è entrata talmente nel cuore, tanto da diventare una delle sue devozioni personali. Poco tempo fa parlavo con una guardia svizzera che mi diceva, “Guarda che il Papa “la tua Madonna”, l’ha messa un po’ dappertutto. Sulla sua scrivania, a Casa Santa Marta, nell’ascensore di San Damaso e anche in altri ascensori. E so per certo che lui, addirittura, distribuiva i santini della Madonna del Silenzio e anche i miei libri, soprattutto “Non sparlare degli altri”. Questa Madonna credo sia stata una forma di consolazione, prima per il Papa e poi per la Chiesa, al fine di usare delle parole utili, delle parole giuste per gli altri. Quindi la Madonna che ci ricorda la preghiera silenziosa, l’amore per il silenzio, direbbe San Benedetto, che è fondamentale nella preghiera. Ma anche la Madonna contro il chiacchiericcio. Tutto il magistero di Paolo Francesco è pieno veramente di discorsi contro il chiacchiericcio».  

Come vi siete conosciuti attraverso questa importante devozione?

«Nel 2016, nella sala Clementina, mi avevano appena nominato missionario della misericordia. Lui passa, gli faccio vedere questa Madonna, rimaniamo pochissimo a parlare in piazza San Pietro, quindi non ho nessuna raccomandazione. Tra l’altro, giorni fa mi sono messo in fila come gli altri pellegrini alla camera ardente del Papa. Ad un certo punto, ho chiesto di poter pregare 5 minuti accanto alla bara del Papa. Un gendarme mi riconosce, mi chiama e mi chiede “Ma lei ce l’ha la testa vaticana?” Io tiro fuori la Madonna del silenzio e mi dice “Passa, passa”. Quindi la Madonna apre tutte le porte. È un Papa in mezzo alla gente. In questi giorni si ascoltano le telefonate che faceva, gli aiuti che donava anche nel silenzio. C’è tutto un magistero di gesti e di disegni che lui dava quotidianamente».

Tu cosa ti porti dietro? C’è una parola che ti ha detto, più delle altre, che ti guida nel tuo cammino quotidiano?

«Ci sono delle costanti in ogni telefonata e in ogni incontro. Mi chiedeva sempre “Come stai?”. Mi diceva sempre “Ti voglio bene, vai avanti”. E poi mi diceva “Salutami tua madre”. Lui si ricordava di ogni cosa. Aveva una memoria fotografica. Questo non lo faceva solo con me, ma lo faceva con tutti, dai grandi della terra fino a tutte le persone che incontrava. Poi mi porto il suo abbraccio alla sua scrivania. Mi abbracciava forte e poi mi diceva “Guarda che se tu dirai che siamo amici, ti attirerai tante invidie dai tuoi confratelli, dai preti, dai vescovi. E io gli dico, “Santità, io non sono invidioso di chi è invidioso di me”. E lui si fa una bella risata. Era anche molto ironico. Era una persona normale».

Il Pontefice ti ha affidato questo incarico di portare avanti questa devozione per la Madonna del Silenzio, che ha trovato sede in un santuario qui in Abruzzo…

«È stata una profezia, credo, perché lui ha introdotto dei processi e dei cantieri aperti. Il 13 maggio saranno cinque anni dell’apertura. Altro che silenzio, perché questa Madonna anche nei libri di devozione – oltre che nelle principali lingue – ci sono delle traduzioni in moldavo, in coreano, in thailandese. Mi hanno scritto perfino dei sacerdoti dalla Cina. Il “promoter” di questa Madonna è stato Papa Francesco, perché prima nessuno la conosceva. Tutto questo per ricordare l’importanza del silenzio. Bisogna fare una comunicazione seria, perché ci sono tante fake news e ci sono le tre “armi del diavolo”, l’invidia, la calunnia e il pettegolezzo. Queste tre armi distruggono persone, famiglie e comunità, il Papa lo ricordava sempre. E allora il silenzio ci aiuta a non usare queste “armi del diavolo”, a disarmare le parole. Non solo le armi, oggi si parla tanto del disarmo e il Papa ne ha parlato tanto, dobbiamo disarmare le parole! Si usano troppe parole armate, violente e velenose. Invece, dal silenzio nascono parole di pace, speranza, amore e misericordia».

Per concludere, cosa resterà, o cosa dovrebbe restare, secondo te, del magistero di Papa Francesco per il cammino futuro della Chiesa?

«Il suo magistero è ancora da meditare per bene. Francesco è stato un grande uomo, un grande Papa e un grande profeta e questi ultimi non sono capiti. L’altro giorno una signora mi chiedeva dei libri di Papa Francesco da leggere. Io le ho consigliato di leggere le sue encicliche, che sono straordinarie. Credo che la Chiesa debba meditare e speriamo che ci sarà un Francesco II. Oggi c’è il “totopapa”, ma è una cosa assurda. Il Papa lo fa lo Spirito Santo, al quale credo fermamente affinché ci darà il Papa per questo tempo che stiamo vivendo, così come l’ha dato per altri tempi».

About Davide De Amicis (4656 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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