Sinodo: “Abbiamo provato ad ascoltare la voce dello Spirito”
"Spero che la Cei – afferma monsignor Castellucci - li renda obbligatori. Per l’Assemblea, sarebbe un bel segno di corresponsabilità. Ci aspettiamo che la Cei faccia la sua parte, assumendo questo testo e non solo divulgandolo, e che si comincino a prendere le decisioni che già possono essere prese – ad esempio tramite delibere – mettendo in fila l’attuazione con un ordine logico e poi con un ordine che tenga conto dell’effettivo consenso delle proposte"
IL cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, chiude i lavori della terza Assemblea sinodale - Foto: Siciliani-Gennari/Sir
Con 781 “placet” su 809 votanti, ieri la terza Assemblea sinodale delle Chiese che sono in Italia riunita all’Hotel Hergife di Roma, ha approvato il Documento di sintesi del Cammino sinodale intitolato “Lievito di pace e di speranza”. Così i partecipanti, vescovi, delegati diocesani e invitati, hanno votato il testo elaborato a partire dagli emendamenti emersi nella seconda Assemblea, originati dal lavoro della Presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei), del Comitato del Cammino sinodale, del Consiglio permanente e degli organismi della Conferenza episcopale.
Le preferenze sul Documento di sintesi sono state espresse in modalità elettronica, a scrutinio segreto, esprimendo un voto “favorevole” (placet) o “non favorevole” (non placet) sull’introduzione, sulla prima parte e sulle proposizioni in essa contenute (55), sulla seconda parte e sulle relative proposizioni (37), sulla terza parte e sulle sue proposizioni (32) e sull’intero Documento di sintesi: «La discrepanza rispetto al numero dei votanti sulle varie parti del Documento – afferma monsignor Valentino Bulgarelli, segretario del Comitato nazionale del Cammino sinodale – è dovuta a motivi tecnici e al fatto che alcuni partecipanti all’Assemblea avevano già programmato il loro rientro in Diocesi prima della conclusione dei lavori per impegni già fissati».
È stato poi l’intervento del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, a chiudere i lavori assembleari: «”È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi” – esordisce il porporato -. Senza alcuna presunzione e supponenza, anzi, umili ma forti di un cammino che ha coinvolto migliaia di persone e raccoglie il lavoro di tanti, oggi, a conclusione di questo tratto del Cammino sinodale, finalmente ci sentiamo in diritto di ripetere quello che all’unisono i diversi componenti della Chiesa madre di Gerusalemme hanno detto duemila anni fa, mentre congedavano quel testo: “Questo è parso bene allo Spirito Santo e a noi”. Possiamo tornare anche noi a ripetere questa espressione, perché il cammino di questi anni non è stato un mero sintonizzarsi di credenti dalle differenti opinioni. Le conclusioni non erano scritte prima di cominciare! Abbiamo provato ad ascoltare tutti insieme la voce dello Spirito, nella certezza di avventurarci in un’operazione coraggiosa. Ha senso usare il “noi” e indicare la presenza dello Spirito, perché ci aiuta a proteggere la Chiesa dal penoso protagonismo individuale e dall’esibizione delle proprie originalità, ben diverso dal mettere a servizio tutto se stessi e dal camminare con responsabilità e passione assieme. Solo la nostra fede nel Cristo Gesù, morto e risorto per noi, ci ha ispirato e orientato sin dai primi passi. Il dialogo non è stato omologarci al pensiero mondano, ma cercare insieme la voce dello Spirito che soffia dove vuole».
CARDINALE ZUPPI: “LO STILE SINODALE CI SPINGERA’ A REALIZZARE QUANTO VOTATO”
Perché ora il Documento di sintesi dovrà essere applicato attraverso l’opera dei vescovi della Chiese locali, attraverso i rispettivi organismi di partecipazione: «Se il Cammino sinodale oggi è terminato – precisa il cardinale Zuppi -, ci accompagnerà lo stile sinodale che ci spinge a realizzare nel tempo – consapevoli delle urgenze – quello che abbiamo intuito, discusso, messo per iscritto e infine votato. Una volta che oggi questa Assemblea sinodale ha congedato il testo con il suo voto, è ora compito dei Pastori assumere tutto, individuare priorità, coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole. Collegialità e sinodalità»
A questo punto, il presidente della Cei ha ricordato il gesto compiuto dai vescovi lo scorso anno, quando decisero di spostare l’Assemblea generale della Cei da maggio a novembre, «per consentire – sottolinea Zuppi – di maturare un testo migliore, che rispondesse meglio all’intero cammino compiuto insieme. Davvero possiamo dire che la logica del “si è sempre fatto così” non ha avuto la meglio. Spostare l’Assemblea è stato un modo per coinvolgersi sino in fondo in una fatica della Chiesa». Infine, i ringraziamenti a «quanti – riconosce il cardinale Matteo Zuppi -, con resilienza, si sono sobbarcati la fatica di rimettere mano al testo e di tessere, spesso faticosamente, le bellissime trame della comunione». Quindi la conclusione del porporato, citando le parole di Papa Leone XIV: “Guardate al domani con serenità e non abbiate timore di scelte coraggiose! Nessuno potrà impedirvi di stare vicino alla gente, di servire i poveri, di annunciare il Vangelo. Dio è più grande delle nostre mediocrità: lasciamoci attirare da Lui!”.
I DELEGATI SINODALI A PAPA LEONE XIV: “PER LEI AFFETTO FILIALE E SINCERA GRATITUDINE”

E a proposito del Pontefice, i partecipanti alla terza Assemblea sinodale – che erano stati ricevuti da Papa Leone venerdì in occasione del Giubileo delle equipe sinodali – hanno voluto inviargli un messaggio di riconoscenza a margine dei lavori: «Beatissimo Padre – scrivono i delegati assembleari -, a conclusione della terza Assemblea sinodale, colmi di gioia per il cammino compiuto dalle Chiese in Italia, Le rivolgiamo un pensiero di affetto filiale e sincera gratitudine. Ci siamo ritrovati insieme a Lei, nel contesto del Giubileo delle Equipe sinodali e degli Organismi di partecipazione, per rinnovare la professione di fede e invocare il dono dello Spirito, per il suo invito a “essere uniti e riunirci per essere quel segno autentico di speranza, ma anche un’espressione molto reale della carità cristiana, dell’amore fraterno e della cura reciproca”. L’Assemblea ha rappresentato l’ultimo atto ufficiale del percorso nazionale e, con il voto del Documento di sintesi, affida i frutti del nostro camminare insieme al discernimento dei Pastori, perché preparino le prospettive pastorali che accompagneranno le Chiese in Italia nei prossimi anni».
Nel messaggio, in particolare, viene ricordato «il sostegno di Pietro – si legge nella missiva -, dapprima con Francesco, che ha voluto il Cammino sinodale, e poi con Lei, che ha dato un’indicazione preziosa nell’incontro con l’Episcopato italiano lo scorso 17 giugno: “Andate avanti nell’unità […] Restate uniti e non difendetevi dalle provocazioni dello Spirito. La sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire”. I delegati assicurano al Papa la loro preghiera e chiedono la sua benedizione per proseguire nello stile della vita e della missione della Chiesa».
MONS. CASTELLUCCI: “SPERO CHE LA CEI RENDERA’ OBBLIGATORI I CONSIGLI PASTORALI”
E al termine della terza Assemblea sinodale, anche il presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia ha voluto esprimere un auspicio, in merito ai consigli pastorali emersi dal Documento di sintesi approvato: «Spero che la Cei – afferma il presule – li renda obbligatori. Per l’Assemblea, sarebbe un bel segno di corresponsabilità. Ci aspettiamo che la Cei faccia la sua parte, assumendo questo testo e non solo divulgandolo, e che si comincino a prendere le decisioni che già possono essere prese – ad esempio tramite delibere – mettendo in fila l’attuazione con un ordine logico e poi con un ordine che tenga conto dell’effettivo consenso delle proposte». Questo perché ora il Documento di sintesi, verrà sottoposto all’esame dei vescovi in due assemblee: quella di Assisi, in programma dal 17 al 20 novembre, e quella generale che si svolgerà a maggio 2026.
MONS. CASTELLUCCI: “LA CHIESA ACCOMPAGNA TUTTI, ANCHE LE PERSONE OMOAFFETTIVE”

Entrando nei dettagli dei consigli pastorali approvati dalla terza Assemblea sinodale, «la prima novità – annuncia monsignor Castellucci – è quella di tentare di uscire dalla prassi consolidata della pastorale per categorie». Quindi il presule ha fornito chiarimenti ai giornalisti in merito al punto 31 del Documento di sintesi: «La morale non è statica – ricorda il presidente del Comitato del Cammino sinodale delle Chiese in Italia -, deve basarsi sul progresso della conoscenza e sui volti, sulla condizione concreta delle persone. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare, i quattro verbi dell’Evangelii gaudium: «La Chiesa non è di nessuna parte – precisa Castellucci -, ma accompagna tutti. È la risposta anche per le persone omoaffettive».
MONS. CASTELLUCCI, DONNE: “RICONOSCIMENTO DELLA MINISTERIALITA’ NON SOLO INTORNO ALL’ALTARE, MA COME PRESENZA NELLA SOCIETA'”
Per il resto, le parole chiave del Documento sono corresponsabilità, formazione e pace: «La corresponsabilità – spiega monsignor Castellucci – implica il rinnovo degli organismi di partecipazione, il riconoscimento del ruolo delle donne, il riconoscimento delle ministerialità non solo intorno all’altare, ma come presenza nella comunità e nella società, il compito dei laici come vera responsabilità comune. La formazione, che finora ha visto come ambito principale di impegno l’iniziazione cristiana, va allargata alla possibilità di ogni battezzato di accedere al deposito della fede, alla ricchezza del Vangelo, soprattutto rimettendo al centro la Parola di Dio nelle Scritture, anche attraverso metodi nuovi come i gruppi di base o i gruppi di ascolto nel territorio, nelle case, nei luoghi di cura». Per quanto riguarda la pace, questo è un tema molto sentito da Papa Leone, che ha già formulato tante proposte relative alla formazione alla pace, al disarmo, all’assunzione di responsabilità nei confronti dei conflitti che ci stanno devastando. Nel suo discorso rivolto a noi vescovi, il 17 giugno scorso, il Papa aveva esortato a fare delle comunità cristiane case di educazione alla pace».

