"La realtà con cui ci confrontiamo - spiega Antonella Allegrino, presidente dell'associazione Domenico Allegrino - è molto complessa e, a volte, difficile da immaginare. Ci sono situazioni precipitate in pochissimo tempo a causa della perdita di un posto di lavoro da parte del capofamiglia; padri separati costretti a dormire in un'auto, perché non hanno più le possibilità di sostenere le spese per l'affitto di un appartamento; persone indigenti, che vivono in zone isolate della provincia e che non possono mandare i figli a scuola perché non hanno i soldi per pagare l'abbonamento per l'autobus, e altre che hanno i denti talmente rovinati da non riuscire più a masticare il poco cibo che preparano"
«La qualità di vita di questi neonati – conludono il professor Fabris e la dottoressa Coscia - dipende infatti non solo dai progressi tecnologici, ma anche da un modello assistenziale globale, che si prenda cura di questi bambini e delle loro famiglie, con l’attenzione anche all’ambiente della Terapia Intensiva Neonatale. Un’ampia serie di lavori scientifici ha infatti dimostrato che la qualità e la vivibilità degli spazi di cura, la bellezza in senso lato e la forma artistica agiscono come elementi essenziali di benessere, nell’ottica dell’umanizzazione dell’assistenza».
"Siccome il Vangelo ce lo chiede - osserva monsignor Valentinetti -, riserviamo una parola di perdono anche per chi propaga queste notizie, perché sappiamo che per vivere il Vangelo dobbiamo portare la nostra croce. La portiamo volentieri insieme agli ultimi e ai reietti del mondo i quali, forse, si stanno santificando prima di noi"
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