Comunicazione: “Diffonda speranza e verità, evidenziando l’umanità”
"Il Papa - sottolinea don Simone Chiappetta, direttore dell'Ufficio Comunicazioni sociali dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne - non usa mai la parola “buona notizia”, ma mette in risalto come sia importante - in un mondo in cui si accentua la differenza, l'odio e spesso c'è una comunicazione che è disinformazione andando ad accentuare in modo esasperato la difficoltà, come se questo portasse dei click – cercare la speranza anche dietro una notizia che tante volte è brutta"
Il direttore dell'Ufficio diocesano Comunicazioni sociali don Simone Chiappetta e l'arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti
Ha fatto registrare una cospicua partecipazione l’incontro riservato a giornalisti e comunicatori, dal titolo “Un caffè con l’arcivescovo”, che si è tenuto ieri mattina presso la Biblioteca diocesana “Carlo Maria Martini” di Pescara.

Ad accogliere gli addetti ai lavori del mondo della comunicazione locale, a pochi giorni dal termine del Giubileo della comunicazione nonché a pochi giorni dalla memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei comunicatori, è stato ovviamente l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti che ha approfondito il pensiero di Papa Francesco riferito al mondo della comunicazione: «Il nucleo della riflessione del Pontefice – osserva il presule – è che il mondo della comunicazione deve comunicare speranza e positività. Per farlo, dovrebbe altresì compiere un’accurata analisi e un’accurata indagine di ricerca di verità, perché molto spesso si ha l’impressione innanzitutto di una comunicazione molto allineata, nel senso che tutti dicono la stessa cosa. E poi, dall’altra parte, c’è invece una comunicazione che porta a schierarsi, cioè o stare da una parte o stare dall’altra. Invece, una comunicazione che può comunicare speranza è quella che fa rendere conto le persone delle problematiche e delle situazioni. Io ho sperimentato sulla mia pelle questa logica quando, durante i momenti più cruciali dei due conflitti che si sono consumati (tra Russia e Ucraina e tra Israele e Hamas) – uno dei quali purtroppo si sta ancora consumando davanti a noi – le notizie erano questo o quel carro armato o questo o quel drone, quasi a dire “guardate che c’è un’arma che è più potente dell’altra”. Questa non è comunicazione di speranza, ma è comunicazione di guerra, è comunicazione di morte, comunicazione che intende mettere l’uno contro l’altro o sapere quali sono le forze in campo che possono vincere sull’altro nemico. Certamente aver messo molto in evidenza la frase di quel politico “si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra), riferendosi al motto dell’antica Roma, non ha portato certamente nel cuore di tutti un senso di pace, perché “si vis pacem para pacem”: se vuoi la pace prepara la pace. La comunicazione che Papa Francesco auspica è positiva. Ovvero una comunicazione di speranza, una comunicazione di verità che possa mettere in evidenza soprattutto l’umanità che ha tante negatività, ma ha anche tante cose belle. Bisogna incontrare l’uomo per quel che è nella sua bellezza e nella sua verità».

In seguito, è stato il direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne don Simone Chiappetta ad approfondire il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che ricorrerà domenica 1 giugno 2025, dal tema “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1Pt 3,15-16)”: «Il titolo del messaggio – spiega il presbitero – è una citazione della lettera di Pietro. Chiaramente l’argomento è la speranza, in quanto quest’ultimo è anche il tema del Giubileo. Nell’ambito ecclesiale, una terminologia che si usa spesso è quella “di dare le buone notizie”. Secondo me è una prassi un po’ inopportuna, perché la comunicazione non è solo la “buona notizia” ma è la notizia. La cosa che mi piace di questo messaggio è che il Papa non usa mai la parola “buona notizia”, ma mette in risalto come sia importante – in un mondo in cui si accentua la differenza, l’odio e spesso c’è una comunicazione che è disinformazione andando ad accentuare in modo esasperato la difficoltà, come se questo portasse dei click – cercare la speranza anche dietro una notizia che tante volte è brutta. Io penso anche a come noi abbiamo trattato, per esempio, una disgrazia come quella del terremoto, che è certamente una brutta notizia. Però sappiamo guardare come dietro quella notizia, che rimane brutta, ci sia anche la solidarietà che si crea come reazione, i rapporti anche di comunione che si sono creati nei capannoni che sono stati costruiti. Cioè, dietro ogni dramma c’è comunque una speranza che non è comparabile alla sofferenza, ma che però c’è. E penso che il Pontefice questa cosa l’ha detta con chiarezza».

Un incontro, quello tra l’arcivescovo Valentinetti e la stampa locale, che è stato anche utile a rilanciare il rapporto di collaborazione da sempre esistente: «Il Papa – aggiunge don Simone – parlava di sinergia, di rete e con questo vogliamo dirvi che ci siamo, al telefono rispondiamo sempre. Quindi, quando avete bisogno di noi, quando volete ascoltare l’arcivescovo, lui è sempre disponibile a dare una parola che può essere anche di speranza nelle difficoltà che incontriamo, tutti i giorni, nel nostro lavoro».
A tal proposito, lo stesso arcivescovo di Pescara-Penne ha voluto esprimere la sua riconoscenza alla stampa pescarese: «Grazie che ci siete – conclude monsignor Tommaso Valentinetti -, perché è importante che ci siate e che siate sempre più capaci di questo discernimento a cui ha fatto riferimento anche don Simone. E grazie anche dello spazio che ci dedicate, che molto spesso è importante, ed è una comunicazione che arriva anche laddove noi non arriviamo. Per cui, grazie di cuore».




