“Ebrei e cristiani uniti dalla fratellanza nella fede”
"Abbiamo bandito questa giornata per non dimenticare – racconta Di Giosafat -. Sembra strano, ma quello che abbiamo celebrato è stato un grande evento, un unicum, perché una via di Pescara - seppur con le problematiche che può avere, seppur con le persone che stanno lavorando - si è fermata o almeno ha posto nelle vetrine dei suoi negozi - o almeno in tutti quelli che hanno avuto avuto il permesso di farlo – la locandina dell’appuntamento"

“Gli esercenti di Corso Vittorio uniti per non dimenticare”. È stato questo il titolo della commemorazione, una sorta di flash-mob al quale ieri pomeriggio hanno dato vita un gruppo di commercianti di Corso Vittorio Emanuele a Pescara, rappresentati dal direttore artistico della Libreria San Paolo Antonio Di Giosafat, in occasione della Giornata della memoria: «Abbiamo bandito questa giornata per non dimenticare – racconta Di Giosafat -. Sembra strano, ma quello che abbiamo celebrato è stato un grande evento, un unicum, perché una via di Pescara – seppur con le problematiche che può avere, seppur con le persone che stanno lavorando – si è fermata o almeno ha posto nelle vetrine dei suoi negozi – o almeno in tutti quelli che hanno avuto avuto il permesso di farlo – la locandina dell’appuntamento».

Così gli esercenti e le autorità, gli assessori comunali al Commercio, ai Grandi eventi e ai Rapporti con le confessioni religiose Zaira Zamparelli, Alfredo Cremonese e Valeria Toppetti, nonché alcuni rappresentanti dell’Istituto professionale alberghiero “De Cecco” di Pescara, si sono ritrovati davanti la vetrina, allestita in maniera speciale per fare memoria dell’Olocausto, della Libreria San Paolo: «Che ha risposto all’appello di tante persone che si sono messe insieme – sottolinea il direttore artistico della nota libreria cattolica -, predisponendo una sorta di valigia dei ricordi, dove ci sono appena naturalmente i libri, abbiamo messo un paio di scarpe – agli ebrei deportati avevano detto che andavano a fare un viaggio – e poi l’ombrello, gli occhiali e il pigiama a righe, che naturalmente contraddistingueva il mondo degli internati. E poi ci sono non a caso dei quadri, che rappresentano i sogni, abbiamo messo la famiglia, l’albero della vita, il treno dei desideri. Tutte cose che purtroppo, per un’ideologia sbagliata, sono venute a meno a queste persone. Quindi ci siamo riuniti tutti insieme per non dimenticare».

Il momento più toccante è stata la lettura del Salmo 23 “Il buon pastore”, eseguita dal direttore dell’Ufficio per il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne don Achille Villanucci, sulle note della colonna sonora del film Schindler’s List suonata al violino da Erika Loiacono: «Ebrei e cristiani sono uniti in modo strettissimo – ricorda il presbitero -. Gesù, come uomo era ebreo, è stato circonciso come tutti gli ebrei, andava alle solennità di Pasqua a Gerusalemme, celebrava perciò la Pasqua e quando è stato sepolto ciò è avvenuto secondo il rituale ebraico. Noi, ebrei e cristiani, siamo fratelli non solo come parte della stessa umanità, ma anche in ambito religioso. Le scritture, la Bibbia per gli ebrei è l’Antico testamento, per noi è l’Antico e il Nuovo testamento, perciò possiamo pregare insieme. Chissà quanti ebrei, condannati purtroppo al gas nei lager, prima di entrarvi avranno invocato lo Shemà, ma chissà che qualcuno non abbia pensato anche al Salmo 23 “Il Signore è il mio pastore”».
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