Casa Angelo custode: “Un atto di amore e attenzione verso i papà soli”
"L’obiettivo - spiega don Marco Pagniello, direttore della Caritas pescarese - è quello di elaborare progetti di inclusione sociale personalizzati per gli utenti, con tempi di permanenza diversi a seconda dei casi, affinché riacquistino quanto prima la loro autonomia. Perciò chiedo, fin da adesso, a questa comunità parrocchiale di essere ancora più accogliente, essendo persone che si mettono in cammino con quanti saranno ospiti della Casa “Angelo Custode” per dare l'opportunità di tornare a scoprire la dignità"
«Questa casa è un atto di amore, un atto di attenzione a delle persone che si trovano in necessità, papà soli, papà che forse hanno subito il trauma di una divisione familiare e che si trovano in difficoltà dal punto di vista logistico ed economico».
Con queste parole, ieri sera, l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ha definito e inaugurato la casa di accoglienza “Angelo custode”, all’interno della complesso parrocchiale dei Santi Angeli custodi nel quartiere di Madonna del fuoco a Pescara, destinata ad ospitare i tanti uomini che anche a Pescara, specialmente a causa di separazioni o divorzi, sempre più spesso si ritrovano privi di un’abitazione.
Un disagio significativo, quest’ultimo, già da tempo percepito da don Giuseppe Scarpone: «Nel tempo – racconta il sacerdote, da 48 anni parroco della chiesa degli Angeli custodi – ho ricevuto molteplici richieste da parte di uomini neo separati, i quali mi chiedevano ospitalità per le prime notti dopo che il giudice aveva sentenziato di non farli tornare a casa. Richieste che mi mettevano in difficoltà».
Da qui è nata la sinergia con la Caritas diocesana che, attraverso due finanziamenti di 200 e 150 mila euro erogati dalla Conferenza episcopale italiana, è riuscita ad ultimare i lavori di una palazzina di cui da 6 anni veniva utilizzato solo il piano terra: «Qui – ricorda don Giuseppe -, per tre mattine a settimana, operano “Gli angeli”. Un gruppo di nove giovani disabili che, guidati da cinque animatrici, esegue lavori grafici e di oggettistica utilizzando i proventi delle vendite per finanziare il proseguo della loro attività».
Ora, invece, finalmente sono stati realizzati anche gli ultimi due piani che ospiteranno il primo centro di co-housing per il disagio adulto del centro Italia: «Al primo piano – illustra il presbitero – abbiamo collocato il refettorio, la cucina ed un grande salone dotato di pareti mobili, per ricavare più spazi qualora i papà ricevessero la visita dei figli. Al secondo piano, ci sono cinque camere da letto capaci di ospitare fino a 9 persone, mentre al terzo c’è un’ultima stanza oltre al lavatoio e allo stenditoio».
La struttura, gestita dalla Caritas diocesana in collaborazione con la parrocchia, entrerà in funzione entro un mese ospitando i papà in difficoltà per un periodo comunque limitato: «L’obiettivo – spiega don Marco Pagniello, direttore della Caritas pescarese – è quello di elaborare progetti di inclusione sociale personalizzati per gli utenti con tempi di permanenza diversi a seconda dei casi, affinché riacquistino quanto prima la loro autonomia. Perciò chiedo, fin da adesso, a questa comunità parrocchiale di essere ancora più accogliente, essendo persone che si mettono in cammino con quanti saranno ospiti della Casa “Angelo Custode” per dare l’opportunità di tornare a scoprire la dignità, propria di ogni persona. Dignità necessaria per riprendere il cammino che come figli di Dio, amati e perdonati, meritiamo».
I papà soli avranno accesso al servizio, dopo aver avanzato richiesta presso il Centro di ascolto diocesano Caritas in via Monti. Prima di impartire la benedizione sui locali della casa di accoglienza, l’arcivescovo Valentinetti ha presieduto la Santa messa concelebrata, tra gli altri, dall’economo della Conferenza episcopale italiana don Rocco Pennacchio: «Ecco – conclude il presule, rivolgendosi ai fedeli presenti – la fantasia della carità che si è espressa molto bene nell’idea del vostro parroco don Giuseppe, che è stata portata avanti dalla nostra comunità diocesana e dall’aiuto della Conferenza Episcopale Italiana. Dare la possibilità a chi ha bisogno di avere un tetto sopra la testa. Quest’accoglienza vuole essere un ulteriore segno di amore, di misericordia verso quanti si trovano in stato di necessità».
Foto: Corrado De Dominicis