"L’introduzione nel nostro ordinamento - spiega la Negri Zamagni - del “divorzio breve” rappresenta l’esplicitazione del fatto che il matrimonio non è più un investimento di vita, bensì un bene di consumo, da liberarsene nel più breve tempo possibile quando non piace più"
"Il cambio di passo – richiama Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp – non può essere affidato a singoli interventi spot, ma richiede una organica convergenza di tutte le politiche (dalle politiche fiscali ai sistemi di welfare, dagli orari di lavoro alle politiche per la famiglia), per sostenere da un lato le scelte di procreare e allevare i figli e d’altro lato l’effettiva parità di genere in tutta la vita lavorativa e sociale, e vorrei aggiungere, anche ‘pensionistica’"
"La società civile e le organizzazioni che la rappresentano – sottolinea Caritas italiana - danno e possono continuare a dare un contributo importante, ma devono essere sostenute, ascoltate e coinvolte sempre di più nei processi di cambiamento. Invece, in Italia e nel resto del mondo, il loro spazio di azione si riduce e viene troppo spesso ostacolato"
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