Un’Europa sempre più “dipendente”

La quota di mercato delle foglie di cannabis, in Europa, aumenta in maniera direttamente proporzionale con l’aumento della produzione interna. Tutto questo emerge dalla prima analisi compiuta sulla produzione di cannabis, in particolare sui mercati europei, pubblicato ieri dall’Agenzia delle droghe dell’Unione Europea con sede a Lisbona, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe.
Lo studio delinea un mercato della cannabis in continuo stato di evoluzione ed il continente europeo non solo rappresenta un consumatore importante di cannabis, ma anche un produttore in crescita. Infatti, sono 78 milioni gli europei, in età compresa tra i 15 ed i 64 anni, ad aver provato la cannabis, mentre 9 milioni di giovani europei, dai 15 ai 34 anni, l’hanno consumata nell’ultimo mese. È questo, dunque, un mercato che non può essere sottovalutato, specie se paragonato alle statistiche condotte negli anni ’60, quando il mercato europeo della cannabis era focalizzato maggiormente sull’importazione e il suo consumo interessava una fascia limitata della popolazione.
Ma ciò che più impensierisce l’Agenzia è un altro dato inquietante, relativo al fatto che non tutta la produzione di cannabis è da ricondurre all’opera di organizzazioni criminali: il rapporto ha infatti individuato svariate categorie di coltivatori di cannabis a cui sono state affiancate le motivazioni che spingono queste persone a condurre una tale attività illegale: «Uno degli sviluppi più importanti – ha spiegato Wolfgang Götz, direttore dell’Agenzia europea di Lisbona – che incidono sul moderno mercato della cannabis è principalmente il suo aumento di scala. Ovunque si vive oggi in Europa è probabile che in quel preciso posto o non lontano da lì ci sia qualcuno che vende o acquista cannabis».
Una riflessione, quest’ultima, confermata dai dati che inseriscono al primo posto i reati di cannabis fra quelli connessi alla droga e segnalati nell’Unione Europea. Inoltre, in Europa vengono sequestrate annualmente 700 tonnellate di cannabis e di resina di cannabis. E come se non bastasse, un altro dato preoccupante è dovuto all’aumento della coltivazione domestica rilevato in quasi tutti i Paesi comunitari: «Si tratta – ha osservato il presidente dell’Agenzia delle droghe dell’Unione Europea – di un“elemento allarmante” che porta con sé conseguenze in termini di salute pubblica e sicurezza».
Dalla cannabis, poi, derivano due prodotti fabbricati illegalmente come le foglie di cannabis, ovvero la marijuana, e la resina di cannabis, cosiddetto hashish, ma entrambi possono suddividersi in numerosi sottotipi, grazie a diversi composti che possono generare svariati effetti. Il mercato delineato dall’Agenzia delle droghe dell’Unione Europea nel suo rapporto, è dunque assai complesso: «É come – si legge nello studio – se stessimo analizzando l‘uso di alcool, ma senza la capacità di distinguere tra la birra, il vino e il consumo di whisky». Un aspetto, quest’ultimo che rende sempre più difficile il compito delle forze dell’ordine le quali comunque stanno rafforzando i controlli, anche puntando sulla prevenzione.