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Sono 61 milioni i residenti in un’Italia a crescita zero

"La concomitanza - scrive l’Istat - tra la crisi economica e la diminuzione delle nascite, che interessa soprattutto le fasce giovanili di popolazione ed è comune a tutti i Paesi europei, fa presumere una relazione di causa-effetto tra i due fenomeni, anche se non è possibile stabilirne con certezza il legame causale"

Lo ha reso noto l’Istat pubblicando il “Bilancio demografico nazionale – Anno 2014”, delineando il crollo delle nascite e dei matrimoni con la popolazione che invecchia

Sono quasi 61 milioni i residenti in Italia al 31 dicembre 2014. Più di 5 milioni (8,2%) di loro sono di cittadinanza straniera. Questi, comunica l’Istat con la statistica “Bilancio demografico nazionale – Anno 2014”, sono i principali risultati relativi alla popolazione residente in Italia.

Si tratta, purtroppo, di una crescita zero, quella dell’anno passato, con un numero di residenti rimasto stabile. Il movimento naturale della popolazione, cioè i nati meno i morti, è stato negativo di quasi 100 mila unità.

Le nascite continuano a diminuire, sono nati circa 12 mila bambini in meno rispetto al 2013, e continuano a diminuire anche i nati stranieri (-2.638 rispetto al 2013), anche se in percentuale sono una parte rilevante del totale: il 14,9% dei nati.

Antonio Golini, presidente Istat

Antonio Golini, presidente Istat

Nel complesso, nel quinquennio 2009-2013, le nascite sono state 75 mila in meno: «La concomitanza – scrive l’Istat – tra la crisi economica e la diminuzione delle nascite, che interessa soprattutto le fasce giovanili di popolazione ed è comune a tutti i Paesi europei, fa presumere una relazione di causa-effetto tra i due fenomeni, anche se non è possibile stabilirne con certezza il legame causale».

Lo stesso si può dire per il calo dei matrimonio degli ultimi cinque anni. Da alcuni anni, tra l’altro, l’immigrazione dall’estero sta rallentando, tanto che nel 2014 contiene a malapena la perdita di popolazione dovuta al saldo naturale negativo. Gli iscritti in anagrafe provenienti da Paesi stranieri sono stati circa 280 mila, il 90% stranieri.

Gli italiani rientrati dopo un periodo di emigrazione all’estero poco meno di 30 mila. Sono invece circa 136 mila le persone che lasciano l’Italia, e quasi 90 mila di loro italiani. Rispetto agli anni precedenti diminuiscono gli immigrati e aumentano gli emigrati.

Le regioni italiane maggiormente interessate dal movimento migratorio – sia verso l’estero sia tra le regioni – sono quelle settentrionali e centrali. Le nazionalità presenti in Italia sono circa 200, e oltre il 50% (più di 2,6 milioni di persone) sono di Paesi europei. I più numerosi sono i rumeni, con 1.131.839 residenti (22,6%), seguiti da albanesi (9,8%, cioè 490.483 residenti), marocchini (449.058, 9%), cinesi (265.820, 5,3%) e ucraini (226.060, 4,5%).

Le acquisizioni di cittadinanza aumentano: i nuovi italiani sono infatti circa 130 mila (+29%). Le cause sono varie: acquisizione e riconoscimento di cittadinanza per matrimonio, naturalizzazione, trasmissione automatica al minore convivente da parte del genitore straniero diventato italiano, per scelta da parte dei 18enni nati in Italia e residenti dalla nascita, per ius sanguinis.

La popolazione, inoltre, continua a invecchiare arrivando a un’età media di 44,4 anni, per quanto con alcune differenze a livello regionale. Nelle regioni del Centro-Nord si superano in media i 45 anni, mentre in quelle del Mezzogiorno il valore è poco più di 43.

La regione con l’età più elevata è la Liguria, con 48,3 anni, seguita da Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Piemonte, Umbria, tutte con valori superiori ai 46 anni. Al di sotto della media nazionale Trentino-Alto Adige (42,9 anni), Lazio (44,1), Sicilia (42,9 anni) e Campania (41,5).

Contemporaneamente all’elevarsi dell‘età media si riduce la popolazione sotto i 15 anni, che risulta il 13,8%. Anche la popolazione in età attiva (15-64 anni), scrive ancora l’Istat, si contrae ancora. Era il 65% nel 2011 ed è scesa al 64,5% nel 2014. Tra gli anziani, aumentano i cosiddetti “grandi vecchi” (80 anni e più), che arrivano al 6,5% della popolazione.

Gli ultracentenari alla fine dello scorso dicembre erano 19 mila, con una netta prevalenza di donne (16mila contro i tremila uomini). Sono 800 addirittura le persone che hanno superato i 105 anni di età (un centinaio uomini); oltre i 110 anni sono 18, tutte donne.

La Liguria è regione con il maggiore squilibrio tra giovani e anziani, con il 28% di popolazione anziana e l’11,5% di giovani sotto i 14 anni. La Campania invece è la regione con la più bassa percentuale di anziani (17,6%).

About Davide De Amicis (4525 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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