"È abbastanza interessante – spiega don Michele Falabretti, direttore del Servizio nazionale di Pastorale giovanile della Cei - il legame tra il fatto che Nunzio sia un giovane e che venga riconosciuto santo, perché legato al mondo del lavoro. Non so fino a che punto il lavoro venga letto anche come luogo di realizzazione della propria umanità e quindi come strada verso la santità"
"Cosa portiamo con noi ritornando nella valle della vita quotidiana? - interroga il Papa - Brillare, ascoltare, non temere. Anche noi oggi abbiamo bisogno di qualche lampo di luce per affrontare le oscurità della vita – continua il Papa, parlando a braccio -. Abbiamo bisogno della luce di Gesù, perché Lui è la luce che non si spegne anche di notte. Sempre possiamo andare avanti con la luce del Signore. Diventiamo luminosi non mettendoci sotto i riflettori, quando mostriamo un’immagine perfetta. Possiamo essere forti e vincenti, ma non luminosi. Diventiamo luminosi quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come Lui"
«Io oggi vengo a raccogliere questo premio, ma mi sento di farlo anche a nome di tutti coloro che insieme a me in questo periodo così lungo, quarant'anni di storia del disagio, hanno collaborato e hanno dedicato tantissimo»