Missionari di speranza “per guardare oltre i limiti e amare il prossimo”
"Oggi il termine “missionarietà” - osserva il diacono Goffredo Leonardis - va coniugato con forme nuove. Oggi essere missionari ci impone di sapere accogliere. C'è un modo nuovo che necessariamente impone e ci impone di guardare alla missionarietà come l'accoglienza dell'altro, come guardare negli occhi l'altro, ma fisicamente, concretamente"
Goffredo Loenardis, diacono e componente del Centro missionario diocesano
Si celebra oggi la Giornata missionaria mondiale 2025, che vedrà impegnato anche il Centro missionario diocesano di Pescara-Penne nell’animazione liturgica e missionaria – con canti, ornamenti e riflessioni a tema – della santa messa che avrà luogo alle 11.30 nella chiesa della Beata Vergine Maria del Rosario in via Cavour a Pescara. Il tema di questo appuntamento sarà “Missionari di speranza tra le genti”: «Il poeta francese Charles Péguy – spiega il diacono Goffredo Leonardis, componente del Centro missionario diocesano -, parlando delle tre “sorelle” (fede, speranza e carità) si riferiva alla speranza come la più piccola delle tre, che prende per mano le altre due e le conduce. Allora il senso vuole essere quello di guardare oltre ciò che in questo momento non riusciamo a vedere, amare ciò che in questo momento non riusciamo ad amare, ma che vorremmo amare, vorremmo accogliere nella nostra vita. Non è facile in questo momento sperare, perché le notizie che ci arrivano da tutte le parti del mondo con fatica ci fanno sperare, però è la chiave di lettura per essere cristiani».
Dunque, si tratta di guardare oltre per superare le barriere, fisiche e psicologiche, che ci ostacolano: «Un oltre che parte da noi stessi – sottolinea Leonardis -, quindi il nostro sguardo interiore verso di noi, che sia uno sguardo benevolo, di accoglienza verso noi stessi, verso i nostri difetti, perché solo così possiamo poi lanciarlo verso l’altro e trovare nell’altro una persona veramente da amare, una persona con la quale condividere. Oggi il termine “missionarietà” va coniugato con forme nuove. Oggi essere missionari ci impone di sapere accogliere. C’è un modo nuovo che necessariamente impone e ci impone di guardare alla missionarietà come l’accoglienza dell’altro, come guardare negli occhi l’altro, ma fisicamente, concretamente».
Al tal proposito, il calendario dell’“Ottobre missionario” prevede altri appuntamenti tra cui spicca la veglia missionaria, che si terrà giovedì 23 ottobre alle 21 nella parrocchia di Santa Lucia a Cepagatti, animata sempre dal Centro missionario diocesano così come l’incontro con i cresimandi che si terrà – l’indomani alle 19 – nella parrocchia di San Nunzio Sulprizio a Pescara. Sabato 25 ottobre, inoltre, l’Ufficio missionario diocesano incontrerà anche gli adolescenti nella parrocchia pescarese di San Luigi Gonzaga. Domenica 26 ottobre, infine, alle 11 i missionari diocesano animeranno le sante messe nelle parrocchie di Santa Caterina da Siena e San Luigi. Infine, alle 17, seguirà un ulteriore incontro missionario nella parrocchia della Beata Vergine Maria Stella Maris di Pescara.
Tutto questo, perché oggi la missione chiama gli operatori pastorale ad intervenire non tanto nei luoghi remoti nel mondo, ma già all’interno dei rispettivi o delle rispettive città divenuti – a causa della recente secolarizzazione – nuove periferie da rievangelizzare: «È vero – conclude Goffredo Leonardis -, ci sono queste nuove periferie, ma le vecchie sono rimaste tali e quindi, semplicemente, si è allargato tanto il raggio di azione. Prima pensarsi missionari significava partire per andare lontano e sostenere chi andava lontano, oggi essere missionari significa guardarsi intorno e darsi da fare concretamente perché il mondo chiama».





