"Questo popolo – osserva l’arcivescovo Valentinetti - che nell'ultimo secolo ha subìto una situazione difficile, difficilissima. Ultimamente anche una situazione dolorosissima, un assalto a tradimento, ma ora è il tempo in cui da abusati non si può diventare abusatori. Bisogna avere il coraggio di ripetere quel gesto dell'agnello, quel gesto dell'immolazione dell'agnello nella Pasqua che fa significato ancora una volta che c'è il Messia, che è venuto a coprire i peccati di una umanità che purtroppo molto spesso, in questi ultimi tempi, si sta perdendo. Ma noi non perdiamo la speranza"
«Vogliamo continuare a rivolgere l'attenzione ai bambini e alle famiglie di Rancitelli - spiega Barbara Magliani, referente della Caritas diocesana per l'organizzazione dell'evento - crediamo fermamente che la presenza continuativa nelle periferie possa rappresentare un elemento di positività e di speranza in un contesto spesso dimenticato o marginalizzato».
"Per esempio - spiega la Cei -, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma - e non la duplicazione della stessa figura - significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l'esercizio di critica e di dissenso"
"La complessità delle questioni in gioco – sottolinea la sociologa Carla Collicelli -, di profondo spessore dal punto di vista antropologico, spirituale, sociale culturale, richiede un intervento educativo e valoriale. Non sono possibili soluzioni immediate, occorrono processi lunghi"
"Convertirsi, allora - spiega il Papa -, vuol dire andare al di là di quello che i nostri istinti ci dicono e i nostri pensieri fotografano, perché la realtà è più grande dei nostri istinti, dei nostri pensieri. La realtà è che Dio è più grande, è lui il più grande"
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