"A Pescara - sottolinea Corrado De Dominicis - gli invisibili sono anche gli anziani soli che vediamo accedere alla mensa, ad esempio, non tanto per un bisogno economico, ma soprattutto per un bisogno di relazioni. Ecco, una giornata come quella di ieri ha voluto ricordarci che noi siamo chiamati quotidianamente a essere persone di relazione, mettendo al centro ciascuno"
«Invece – sottolinea - la maturazione nella personalità va sempre in cammino, si mette in gioco, si sporca le mani, perché ha la mano tesa per salutare, per abbracciare, per ricevere. E questo mi fa pensare a quello che dicono i santi, anche Gesù: c’è più amore nel dare che nel ricevere».
"L’Eucaristia – spiega l'arcivescovo Valentinetti – non è solo per la Chiesa, è per il mondo intero, è per l’avvento del Regno di Dio. Forse non ce ne rendiamo conto in pienezza, ma tutte le volte che celebriamo l’Eucaristia, noi immettiamo energie vitali nel cosmo, nella storia e noi immettiamo energie nella città e sono le energie divine, sono le energie del Signore che non ci ha limitato in una celebrazione che potrebbe risultare intimistica e, molte volte, asfittica se non prendiamo coscienza che l’Eucaristia è un dono per tutta l’umanità che vivifica la Chiesa, la città, la storia e l’umanità intera"
1 Comment on “Ridire la fede nelle periferie nostre”
Condivido pienamente le parole del nostro Vescovo e di Papa Francesco…ma quanto è difficile farlo capire ai sacerdoti delle nostre Parrocchie… Che possibilità abbiamo noi laici di spingere ad una testimonianza di Chiesa “non autoreferenziale” ma “estroversa”, ad una Chiesa che vada nelle “periferie della storia”, nelle “periferie delle città”? Non si può lasciare questo discorso ai singoli individui ma è necessario che tutta la comunità ecclesiale si muova in un certo senso…e io lo trovo molto difficile se la spinta non parte innanzitutto dai nostri Parroci e dai nostri Consigli Pastorali… Elvira
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Condivido pienamente le parole del nostro Vescovo e di Papa Francesco…ma quanto è difficile farlo capire ai sacerdoti delle nostre Parrocchie… Che possibilità abbiamo noi laici di spingere ad una testimonianza di Chiesa “non autoreferenziale” ma “estroversa”, ad una Chiesa che vada nelle “periferie della storia”, nelle “periferie delle città”? Non si può lasciare questo discorso ai singoli individui ma è necessario che tutta la comunità ecclesiale si muova in un certo senso…e io lo trovo molto difficile se la spinta non parte innanzitutto dai nostri Parroci e dai nostri Consigli Pastorali… Elvira