“Dietro gli attentati di Bruxelles ci sono i trafficanti di armi”
"Dietro al gesto di Giuda - denuncia Papa Francesco -, c’erano quelli che hanno dato il denaro perché Gesù fosse consegnato. Dietro quel gesto ci sono i trafficanti delle armi che vogliono il sangue, non la pace, che vogliono la guerra, non la fratellanza"
«Dietro quel gesto, come dietro al gesto di Giuda, ce n’erano altri». Lo ha spiegato ieri Papa Francesco, durante l’omelia della Messa in Coena Domini, celebrata al “Cara” (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Castelnuovo di Porto davanti a quasi mille profughi, migranti e rifugiati, proseguendo il pensiero espresso subito prima: «Tre giorni fa – ricostruisce il Papa – un gesto di guerra, di distruzione, in una città dell’Europa: di gente che non vuole vivere in pace. Dietro al gesto di Giuda, c’erano quelli che hanno dato il denaro perché Gesù fosse consegnato. Dietro quel gesto ci sono i trafficanti delle armi che vogliono il sangue, non la pace, che vogliono la guerra, non la fratellanza – ha affermato il Pontefice, riferendosi agli attentati di tre giorni fa a Bruxelles, menzionati indirettamente poco prima».
Due gesti, ha rimarcato ancora Francesco: «Gesù che lava i piedi – riflette -, Giuda che vende Gesù per denaro. Noi, tutti insieme, diversi come persone, come culture, ma figli dello stesso Padre, fratelli. E là, poveretti, quelli che comprano le armi per distruggere la fratellanza».
Quindi, tra gli 892 ospiti della struttura, Papa Bergoglio ha ripetuto il rito della lavanda dei piedi su 12 persone (quattro nigeriani cattolici, tre donne eritree copte, e tre musulmani provenienti da Siria, Pakistan e Mali): «Oggi – sottolinea il Sommo Pontefice -, in questo momento, quando io farò lo stesso gesto di Gesù di lavare i piedi a voi dodici, tutti noi stiamo facendo il gesto della fratellanza, e tutti noi diciamo: siamo diversi, siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace, e questo è il gesto che io faccio con voi».
Questo il grande messaggio di unità e fratellanza espresso dal Papa: «Ognuno di noi ha una storia addosso – precisa -: tante croci, tanti dolori, ma anche ha un cuore aperto che vuole la fratellanza. Ognuno nella sua lingua religiosa preghi al Signore, perché questa fratellanza si contagi nel mondo, perché non ci siano le trenta monete per uccidere il fratello, perché sempre ci sia la fratellanza e la bontà».