La partita decisiva non si gioca solo sul terreno del semplice rifacimento murario: "Ma sul campo - sottolinea l’arcivescovo dell’Aquila - dell’edificazione migliorativa della propria identità, spirituale e sociale. Se L’Aquila vedesse ricostruiti i suoi edifici, ma non salvasse la sua cultura, cristiana e umana, cambierebbe inesorabilmente la sua fisionomia. Non sarebbe più L’Aquila, si trasformerebbe in una città senz’anima, un termitaio urbano"
Il progetto di mediazione interculturale – spiega Ottavio De Martinis, assessore comunale alle Politiche sociali - è ormai un punto fermo nel processo di integrazione necessario soprattutto in ambito scolastico. I risultati dello scorso anno sono stati evidenti e significativi, dunque abbiamo deliberato di rinnovare questo percorso avviato con la Caritas