"Ma Dio condanna? - riflette l'arcivescovo Valentinetti - No, Dio è venuto per salvare il mondo. Allora chi non ama chi si mette fuori dalla logica dell'amore? Ecco, costui si autocondanna da se stesso, si autocondanna con le sue stesse forze, che tristezza! Del resto, quando incontriamo una persona che non sa amare, quando incontriamo gruppi di situazioni che non riescono a vivere l'amore, che tristezza!"
"Abbiamo bisogno che le Caritas e le comunità cristiane siano sempre in ricerca per servire tutto l’uomo. Perché la via del Vangelo ci indica che Gesù è presente in ogni povero. Ci fa bene ricordarlo per liberarci dalla tentazione, sempre ricorrente, dell’autoreferenzialità ecclesiastica ed essere una Chiesa della tenerezza e della vicinanza, dove i poveri sono beati, dove la missione è al centro, dove la gioia nasce dal servizio
«Cammino – afferma Zuppi -, perché la Chiesa segue Gesù e non vive per sé stessa. E Gesù va “per tutte le città e i villaggi”. Lui stesso non ha un posto dove posare il capo perché lo posa nel cuore di ogni persona che incontra, diventa ospite del nostro tetto, del nostro cuore a volte così simile a delle grotte rese bellissime – come le vostre – dalla sua presenza e dalla bellezza che sempre Cristo rivela e suscita. Se c’è Cristo al centro, camminiamo insieme e troveremo i modi per farlo insieme»
1 Comment on “Ridire la fede nelle periferie nostre”
Condivido pienamente le parole del nostro Vescovo e di Papa Francesco…ma quanto è difficile farlo capire ai sacerdoti delle nostre Parrocchie… Che possibilità abbiamo noi laici di spingere ad una testimonianza di Chiesa “non autoreferenziale” ma “estroversa”, ad una Chiesa che vada nelle “periferie della storia”, nelle “periferie delle città”? Non si può lasciare questo discorso ai singoli individui ma è necessario che tutta la comunità ecclesiale si muova in un certo senso…e io lo trovo molto difficile se la spinta non parte innanzitutto dai nostri Parroci e dai nostri Consigli Pastorali… Elvira
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Condivido pienamente le parole del nostro Vescovo e di Papa Francesco…ma quanto è difficile farlo capire ai sacerdoti delle nostre Parrocchie… Che possibilità abbiamo noi laici di spingere ad una testimonianza di Chiesa “non autoreferenziale” ma “estroversa”, ad una Chiesa che vada nelle “periferie della storia”, nelle “periferie delle città”? Non si può lasciare questo discorso ai singoli individui ma è necessario che tutta la comunità ecclesiale si muova in un certo senso…e io lo trovo molto difficile se la spinta non parte innanzitutto dai nostri Parroci e dai nostri Consigli Pastorali… Elvira