Oliviero Tullio Liberatore è nato a Popoli il 24 aprile 1985. Entrato in seminario giovanissimo, ha frequentato il Liceo della Comunicazione a Chieti. Negli anni di formazione al ministero ordinato ha coltivato con particolare cura il suo già spiccato senso estetico, affinando la conoscenza della storia dell'arte e la pratica di diverse tecniche grafiche. Il tutto s'è felicemente sposato a un'ironia pungente ma sempre garbata, che volentieri l'Autore ci presta.
In ogni diocesi - propone monsignor Santoro - potrebbe strutturarsi organicamente un gruppo di collegamento tra cattolici impegnati in politica stimolato ed animato dall’iniziativa degli Uffici e delle Commissioni per i problemi sociali, del lavoro, giustizia, pace e custodia del creato, riprendendo le proposte di questa Settimana. Questo coinvolgimento delle migliori energie positive dei nostri territori, questo muoversi del Popolo come soggetto, aiuterà a far nascere nuove leadership che contribuiscano ad una rinnovata politica"
"I cattolici in Italia desiderano essere protagonisti nel costruire una democrazia inclusiva (...). vogliamo esprimere tutto l’amore di cui siamo capaci per il nostro Paese. Amiamo l’Italia e, per questo, ci facciamo artigiani di democrazia, servitori del bene comune"
"Oltre il 67% delle persone con bisogni in tre o più ambiti – denota l’organismo pastorale della Cei -, rientra in una fascia di vulnerabilità medio-alta o alta. Gli interventi puramente assistenziali non bastano più, serve un cambio di paradigma verso politiche integrate e percorsi “capacitanti” che restituiscano alle persone autonomia, dignità e possibilità di futuro"
"In particolare - constata il rapporto - nelle famiglie a basso reddito e basso livello di istruzione, soprattutto se immigrate, si osserva un divario digitale generazionale. Ciò non significa, tuttavia, che le famiglie a basso reddito siano meno dotate di media digitali. Occorre quindi sostenere i genitori che hanno meno familiarità con le nuove tecnologie, attraverso specifici interventi formativi"
"Non è un cambio di passo del Papa - commenta Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana, intervistato dall’agenzia di stampa Sir -, ma è ciò che la Chiesa dice da sempre. L’accoglienza va fatta in maniera seria, la prudenza è necessaria perché si ha a che fare con delle persone e non dei pacchi. La cautela è necessaria, per evitare accoglienze indiscriminate in realtà che non sono oggettivamente in grado di rispondere, impegnando di più, invece, chi ha la possibilità di accogliere. Ciò significa pianificare e fare una politica sostenibile per tutti, bisogna saper leggere il territorio e mettere in campo tutte le forze necessarie"
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