I detenuti “fanno bella” la città
Comune di Pescara, fondazione Caritas e Casa circondariale, insieme, per “Senapa”, progetto innovativo che vede unire le energie dei tre enti in un’iniziativa pilota per la realizzazione di lavori di pubblica utilità, per la manutenzione urbana di base, attraverso il coinvolgimento di persone in condizione di svantaggio: tra questi gli “ospiti” di San Donato.
Dopo aver seguito, all’interno del carcere, un corso di formazione durato tre mesi, i detenuti saranno inseriti direttamente sul campo di lavoro. Un responsabile tecnico dell’amministrazione comunale eseguirà la verifica delle mansioni e dello stato di fatto delle attività. La Caritas, invece, attraverso la figura di un tutor, curerà tutti gli aspetti e le problematiche sociali e relazionali, sia per favorire il processo d’inclusione sociale, sia per sostenere le persone nel loro percorso di superamento della condizione di svantaggio. «Sono stati selezionati a cura della casa circondariale di Pescara – spiega il direttore Franco Pettinelli – quattro detenuti impegnati in attività di giustizia riparativa, per non assicurare soltanto l’esecuzione della pena, ma cercare anche di rieducare attraverso un processo dinamico di reintegrazione sociale, rilevante anche come atto teso a rinsaldare il patto di cittadinanza».
I detenuti saranno affiancati da quattro operai capisquadra e otto volontari in situazioni di difficoltà sociale e a trarne beneficio non saranno solo i detenuti, che così acquisiranno competenze e abilità richieste dal mercato lavorativo, ma anche tutti cittadini. La manutenzione ordinaria, infatti, favorirà il miglioramento di aiuole e spazi riservati alla sosta o al camminamento dei pedoni, all’interno dell’area del pescarese. «Questo progetto ci riempie di orgoglio – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Pescara, Alfredo D’Ercole – perché siamo al di fuori dei paramteri del Codice dei contratti che non prevede questo tipo di iniziative, bensì l’attuazione di normali gare d’appalto. L’Amministrazione vuole perseguire anche questo genere di iter per il recupero sociale, perché è con l’attuazione di collaborazioni in sinergia che si ottengono buoni risultati, e in questo modo poniamo rimedio anche ai problemi legati alla manutenzione urbana di base, importante per la qualità della vita dei nostri cittadini».
Il progetto, così, coniuga all’inserimento lavorativo di soggetti in difficoltà, la possibilità di operare sulla città con risorse economiche limitate.
«Senapa – si augura mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne – serve per dare nuovamente dignità e soprattutto formazione a soggetti svantaggiati come detenuti, che avranno anche modo di comunicare con il cittadino per riscattarsi di fronte a quelle situazioni di difficoltà vissute nel corso della loro vita».
E’ certamente una bella e interessante iniziativa il progetto Senapa se serve a dare respiro e integrazione ai detunuti in progetti di utilità sociale. La condizione del detenuto soffre purtroppo di una condizione troppo vessatoria in ambito carcerario e per cultura sociale . Spesso le Istituzioni dimenticano che il carcerato è un uomo ; certo un uomo che ha commessi degli sbagli all’ interno della sua società , che si è macchiato di crimini anche efferati ; ma siamo sempre al cospetto di un uomo con una sua dignità che le Istituzioni democratiche non possono calpestare. Il carcere non deve essere il luogo delle ” vendette ” della nostra società verso chi ha sbagliato . Il carcere deve rivestire il volto della pietà umana e della solidarietà tra il carcerato e la società tutta che non può gettarsi alle spalle la chiusura di un chiavistello . E’ una sfida culturale che deve prevalere nella società dei cittadini liberi abbattendo quei retaggi culturali che opprimono ogni possibilità di recupero della persona carcerato e allora ben vengano questi progetti Senapa a vantaggio di tutti .