Niente mensa Caritas a Montesilvano: “Interesse di qualcuno prevale su bene comune”
"Eravamo già pronti - ricorda don Marco Pagniello - ad incontrare la cittadinanza, per spiegare che la situazione non sarebbe stata così problematica, ma poi qualcuno ha sicuramente soffiato sul vento facendolo diventare un uragano. Se non fosse stato per l’opposizione qualche consigliere del posto, avremmo mensa ed emporio in Corso Umberto"
Una politica divisa, da veti incrociati e interessi contrapposti, e una cittadinanza timorosa se non del tutto indifferente riguardo al tema della povertà, nonostante sia ben presente in città, hanno di fatto impedito la realizzazione della nuova mensa dei poveri a Montesilvano.
Una struttura fortemente voluta dalla Caritas diocesana, che ne avrebbe assunto la gestione, e dall’amministrazione comunale guidata da Francesco Maragno che insieme avevano elaborato il progetto “Alleanza contro la povertà”, inserendovi al suo interno la realizzazione della nuova mensa.
Anche le risorse economiche erano già disponibili, 120 mila euro di fondi Unrra del Ministero dell’Interno che ora, scaduti i termini, verranno rispediti al mittente: «Il rammarico e il dispiacere sono forti – commenta don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne -, perché ancora una volta l’interesse di qualcuno prevale sul bene comune».
L’interesse di qualcuno che, evidentemente, non voleva la mensa lì dove doveva essere realizzata: presso un locale di 600 metri quadri, con area esterna esclusiva di 490 metri quadri, al civico 346 di Corso Umberto di proprietà della ditta Setac snc del costruttore montesilvanese Alesio Carletti.
Questo il locale scelto fra le sei proposte pervenute all’amministrazione comunale, in risposta ad un apposito bando, relative a edifici ubicati su via Chiarini, viale Abruzzo, via Verrotti, via San Gottardo e sullo stesso Corso Umberto: «Una scelta – ammette Ottavio De Martinis, assessore comunale alle Politiche sociali – che aveva scatenato un’insurrezione tra i residenti, i quali ritenevano la mensa troppo vicina alle case. Inoltre, con il proprietario non si è trovato un accordo sul valore dell’immobile per i canoni d’affitto».
Aspetti sui quali la Caritas sarebbe intervenuta: «Eravamo già pronti – ricorda don Marco – ad incontrare la cittadinanza, per spiegare che la situazione non sarebbe stata problematica, ma poi qualcuno ha sicuramente soffiato sul vento facendolo diventare un uragano».
Poi un’infinità di mesi persi prima di optare per un nuovo locale situato in via Lago di Bomba, un ex ristorante che attualmente ospita un centro sociale anziani nei pressi della pineta a Santa Filomena: «Volevamo subito procedere per gli adeguamenti – assicura De Martinis -, ma poi una lettera della Caritas ha bloccato tutto».
Infatti, pur collocandosi a Montesilvano, la mensa in quell’area ricadrebbe ecclesialmente nella forania di Pescara nord: «Avrebbe generato – replica il direttore della Caritas – una migrazione degli utenti pescaresi dalla mensa di San Francesco, anziché favorirne l’utilizzo dei montesilvanesi. E poi la mensa avrebbe insistito al piano terra di un complesso residenziale densamente abitato, con presenza di immigrati e prostitute, rappresentando una criticità nella criticità».
Da qui, oltre all’impossibilità di realizzare il previsto e annesso emporio solidale, il nulla di fatto che rappresenta una grave mancanza per la quarta città d’Abruzzo, le cui centinaia di poveri dovranno accontentarsi dei pochi posti a disposizione nella mensa parrocchiale di San Giovanni Bosco, salvo spostarsi a Pescara: «Se non fosse stato per l’opposizione qualche consigliere del posto – conclude don Marco Pagniello – avremmo mensa ed emporio in Corso Umberto».