"La sinodalità – puntualizza don Giacomo Costa, consultore della Segreteria generale del Sinodo - non è un espediente organizzativo per la ripartizione di ruoli e poteri. Vocazioni, carismi e ministeri – incluso il ministero ordinato – vanno compresi a partire dalla logica della missione, non delle dinamiche organizzative interne alla comunità ecclesiale. È una sinodalità missionaria. In questa luce si pone anche la questione dei ministeri laicali e soprattutto del posto delle donne all’interno della Chiesa, anche rispetto alla partecipazione ai processi decisionali e all’accesso alle strutture di governo. Per costruire possibilità concrete di vivere comunione, partecipazione e missione la Chiesa ha bisogno di strutture, in particolare di governo prevedendo anche le opportune innovazioni del diritto canonico. Ma le strutture da sole non bastano. C’è bisogno di un lavoro di formazione continua che sostenga una cultura sinodale diffusa e di una spiritualità"
La vicenda della nave Aquarius che continua a vagare con circa 629 migranti nel Mediterraneo, a metà strada tra la Sicilia e Malta, ci ha ricordato l’episodio narrato negli Atti degli Apostoli e noto come Naufragio a Malta di San Paolo. Quel naufragio segnerà l'inizio del cristianesimo per Malta e un momento di passaggio prima dell'arrivo di San Paolo a Roma. Un episodio poco noto ma di grande valore simbolico.
"Proviamo a chiederci – interroga -. Abbiamo cura di questo patrimonio che il Signore ci ha lasciato? Ne custodiamo la bellezza oppure usiamo le cose solo per noi e per le nostre convenienze del momento? Dobbiamo pensare un po’ a questo. Siamo custodi di quanto ci è stato dato? Fratelli e sorelle, camminiamo senza paura, nella certezza che il Signore ci accompagna sempre. E restiamo svegli, perché non ci succeda di addormentarci mentre il Signore passa
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