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Il cielo sopra Ponte Milvio

Il Natale è «l’apertura del cielo sopra di noi».

«È spuntato per noi un giorno di festa, una ricorrenza annuale; oggi è il Natale del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo: la Verità è sorta dalla terra (Sal 85 [84], 12), il giorno da giorno è nato nel nostro giorno». (Sant’Agostino, Sermone 184/A)

Questo Natale – che celebreremo in un momento decisivo per il nostro Paese – è vicino, ma noi tutti siamo già nel «nostro giorno». Il mondo ha ancora bisogna del Natale? E quale speranza ci può dare?

Leggendo un articolo su La Civiltà Cattolica (Civ. Catt., anno 162 – vol. IV, Quaderno N°3875, pp. 425-530), ho scoperto che queste stesse domande – per noi così attuali – le formulò, nel lontano 1962, l’allora cardinale Montini nel Suo messaggio natalizio all’arcidiocesi di Milano. E, così, rispondendo a quelle domande – valide allora, come oggi – disse: «Potremmo intanto subito osservare che la parentela stessa del Natale con problemi generali e fondamentali del nostro tempo (perché una parentela c’è) meriterebbe da sola una considerazione particolare, che correggerebbe la futilità di tante forme celebrative ed eversive della bella e misteriosa festa religiosa e umana, ch’è il Natale. Lo potremmo definire la festa della nostra civiltà. Perché questa definizione? Perché ai nostri giorni, quando l’uomo spera, spera in realtà in se stesso, in una sorta di “umanesimo nuovo, sognato, mitizzato”. Eppure, parallelo a questo movimento di speranza, anzi sovente nel cuore stesso di tale movimento, nasce, come non mai, un senso di delusione, di pessimismo, di disperazione, proprio dell’uomo moderno verso se stesso, del quale sono testimoni non solamente le forme pratiche della vita e gli umori della gente, ma anche le espressioni artistiche e le riflessioni critiche del pensiero contemporaneo. Allora, il Natale, cioè l’inserzione di Cristo nel mondo, è precisamente l’offerta di un destino nuovo, vero, definito, possibile».

Il Natale cristiano, ieri come oggi, è «l’apertura del cielo sopra di noi», «la festa della nostra civiltà»: la festa di un umanesimo nuovo, fondato su una visione nuova del mondo, su valori diversi da quelli che hanno messo in crisi – anche e non solo ­– l’economia, su valori che sanno tenere accesa la speranza nel futuro e far reagire al pessimismo. Bisogna verificare – se sotto la coltre del declino del nostro Paese ­– ci siano ancora energie positive, iniziative propulsive, forze di cambiamento, e, quanto e come, il cristianesimo le alimenti o le possa alimentare.

Perchè queste parole non risuonino come una melliflua retorica dei sentimenti e delle buone intenzioni, ma siano sostenute e alimentate da un’autentica speranza umana e cristiana, sostanziamo tutto con un esempio preso dalla cronaca, un esempio tratto da quelle «forme pratiche della vita e degli umori della gente».

La notizia ­– che può fornirci questa ermeneutica del contingente – è, non sorprendetevi, la “missione lucchetti” sul Ponte Milvio, effettuata – pochi giorni fa – dal Sindaco di Roma Alemanno e dallo scrittore Moccia. ll XX Municipio di Roma ha approvato una mozione che dispone la rimozione dei lucchetti per motivi di ordine e decoro. Il sindaco Alemanno, in risposta, ha chiesto tempo al Municipio, e ha convocato Moccia con il quale ha fatto un sopralluogo sul ponte, per vedere se fosse possibile trovare «una soluzione alternativa». Per Moccia, si tratta di una crociata inutile: «Ponte Milvio – era priva di attrazione, i lucchetti hanno portato colore…Centinaia di giovanissimi – aggiunge lo scrittore – ma soprattutto turisti, vengono da tutto il mondo per visitare il ponte degli innamorati. Se davvero avessi il potere sui ragazzi, gli direi di assaltare il Municipio come Fort Apache».

Il “santuario” delle speranze tristi, quindi, sta per essere abbattuto. Sì, perché – se è vero che «Quando Dio non c’è, tutto è Dio» – il “popolo dei lucchetti” che si dirige verso Ponte Milvio, a ben riflettere, non è altro che un popolo in “pellegrinaggio”, diretto verso un “santuario” pubblico, per celebrare ritualmente la propria “religione” dell’amore umano. Gli stessi giovani, sempre più increduli nel matrimonio, come sacramento o rito civile, dimostrano, tuttavia, di voler cercare ancora una legittimazione pubblica al proprio sentimento, un “rito” e un “contratto”, per quanto autoreferenziali. I giovani, poi, increduli nello Stato e nella politica, “taggati” – in ogni scelta – dalla dannazione della precarietà del futuro e dall’inconsistenza del presente, cercano – comunque – un lucchetto da chiudere: si aggrappano, per non disperare, anche alla triste (non)speranza di un “for ever”, alla (non)solidità presente di qualche grammo di metallo o di qualche scritta su un muretto. Oggi «quando l’uomo spera, spera in realtà in se stesso, in un umanesimo nuovo, mitizzato» – diceva il cardinale Martini – e quella sul Ponte Milvio, infatti, non sembra altro che la comtiana “Religione dell’Umanità”, una religione che si illude – e illude – di poter arrivare “tre metri sopra il cielo”: tre metri sopra Dio. La scalata dell’uomo a farsi come Dio (eritis sicut dei) – la moderna Torre di Babele – oggi sembrerebbe ridotta ad un ameno ponte di lucchetti, per di più agilmente praticabile in pianura. I giovani sperano solo in se stessi, mentre, tra di loro, avanzano “guru” deresponsabilizzati – come Moccia – che ripetono, perché costa poco, la stessa cosa: “sperate solo in voi stessi”. «Parallelo a questo movimento di speranza, anzi sovente nel cuore stesso di tale movimento, nasce, come non mai, un senso di delusione, di pessimismo, di disperazione» – diceva Martini –, e così è stato, anche in questa piccola ma esemplare storia: il potere pubblico, per motivi di ordine e decoro, sta per rimuovere perfino il “santuario” delle speranze tristi, nate anche dal vuoto di una politica che per i giovani legifera ed amministra solo precarietà; il “guru” Moccia, santone della loro speranza “for ever”, non può salvare ciò che, del resto, non salva: la speranza, per definizione, non può essere fondata sul contingente; il presente di un sentimento non può generare – da solo – la garanzia di un sentimento eterno, e molti giovani, questo, lo hanno già disperatamente sperimentato: quando hanno visto l’assurda caricatura di un “lucchetto”, che muore in un cuore ma sopravvive su un ponte.

I giovani non sono tutti incapaci di desiderare speranze fondate e lavorare per fondare le loro speranze, ma sono anche così, e questo basta per parlare di “emergenza educativa”. Gli adulti, dall’altra parte, non sono tutti incapaci di fondare nei giovani la speranza, e tramandare loro speranze fondate, ma molti lo sono, e questo basta per far parlare di “crisi di generazione” e, ancor più, di “crisi di generatività” dei nostri giorni. L’adulto invece di guidare, formare, orientare, detiene un potere logoro e infruttuoso, senza lasciare spazio ai giovani che attendono contenuti e ricevono – spesso – solo contenitori. I giovani, dall’altra parte, reclamano spesso un posto ed una visibilità fine a se stesse, perché incapaci di essere portatori di contenuti validi ed alternativi, di essere giovani, cioè, di “iuvare” alla società. Le generazioni entrano in conflitto tra di loro, e la società tutta diventa incapace di essere veramente umana, cioè autenticamente generativa: «La soggettività umana è soggettività generativa, sia in quanto essenzialmente bisognosa di essere generata per giungere a se stessa, sia perché matura e conciliata con se stessa solo nella misura in cui è capace, a sua volta, di generare (capace, cioè, sia di ricevere bene da altri, sia di farlo ad altri)» (F. Botturi, Che cos’è la generatività, in, www.generativita.it ).

La nostra società, sembra aver dimenticato che l’essere umano è costitutivamente generato e generativo, cioè, che la “generatività” è la sua essenza: la sua umanità non può realizzarsi e completarsi se, una volta generato, non lo si mette nella possibilità di sviluppare tutte le sue potenzialità generative e creative.

Ecco, allora, perché – come diceva il cardinale Martini – «il Natale, cioè l’inserzione di Cristo nel mondo, è precisamente l’offerta di un destino nuovo, vero, definito, possibile»: il Natale cristiano è la «festa della nostra civiltà», cioè, la festa di un umanesimo umano in cui la “generatività” è riconosciuta e promossa come costitutiva dell’essere umano, perché il Figlio stesso, «generato, della stessa sostanza del Padre», non ha dis-degnato di nascere, come uomo, da una madre:

«Colui che sostiene il mondo intero giaceva in una mangiatoia: era un bambino ed era il Verbo. Il grembo di una sola donna portava colui che i cieli non possono contenere. Maria sorreggeva il nostro re, portava colui nel quale siamo (cfr. At 17, 28), allattava colui che è il nostro pane (cfr. Gv 6, 35). O grande debolezza e mirabile umiltà, nella quale si nascose totalmente la divinità! Sorreggeva con la sua potenza la madre dalla quale dipendeva in quanto bambino, nutriva di verità colei dal cui seno succhiava. Ci riempia dei suoi doni colui che non disdegnò nemmeno di iniziare la vita umana come noi; ci faccia diventare figli di Dio colui che per noi volle diventare figlio dell’uomo. (Sant’Agostino, Sermone 184/A)

Santo Natale a tutti, tre metri sopra Ponte Milvio.

Champions League weddenschap geschiedenis in Nederland analyseert Winstwijzer

De Champions League heeft zich sinds de jaren negentig ontwikkeld tot het meest prestigieuze clubtoernooi ter wereld, en met die groei is ook de interesse in sportweddenschappen exponentieel toegenomen. In Nederland heeft deze ontwikkeling een unieke vorm aangenomen, waarbij traditionele gokgewoonten samenkwamen met moderne digitale platforms. Winstwijzer, als toonaangevende Nederlandse autoriteit op het gebied van sportweddenschappen, heeft deze evolutie van nabij gevolgd en gedocumenteerd, waarbij belangrijke trends en verschuivingen in het wedgedrag van Nederlandse supporters zichtbaar werden.

De Pioniersjaren: 1992-2005

Toen de Champions League in 1992 van start ging als opvolger van de Europacup I, was het Nederlandse goklandschap nog sterk gereguleerd en beperkt tot staatsloten en enkele traditionele kansspelen. Nederlandse clubs zoals Ajax, PSV en Feyenoord hadden al een rijke Europese geschiedenis, wat zorgde voor een natuurlijke interesse in internationale wedstrijden onder de Nederlandse voetbalfans.

In deze periode waren sportweddenschappen voornamelijk beperkt tot informele gokjes tussen vrienden en familie, of kleine inzetten bij lokale café-eigenaren tijdens belangrijke wedstrijden. Winstwijzer’s vroege analyses tonen aan dat Nederlandse supporters vooral geneigd waren om te wedden op hun eigen clubs wanneer deze actief waren in Europese competities. Ajax’s succesvolle campagne in 1995, waarbij zij de finale bereikten, markeerde een keerpunt in de Nederlandse interesse voor Champions League-weddenschappen.

De introductie van de groepsfase in 1999 creëerde meer wedstrijdmomenten en daarmee meer gelegenheid voor weddenschappen. Nederlandse bookmakers begonnen voorzichtig markten aan te bieden voor Champions League-wedstrijden, hoewel het aanbod nog beperkt bleef tot eenvoudige 1X2-weddenschappen en totaal aantal doelpunten.

Digitale Revolutie en Marktliberalisering: 2006-2015

De periode tussen 2006 en 2015 kenmerkte zich door dramatische veranderingen in het Nederlandse goklandschap. De opkomst van internet en de groeiende populariteit van online platforms creëerden nieuwe mogelijkheden voor sportweddenschappen. Hoewel Nederland nog geen volledig geliberaliseerde gokmarkt had, begonnen Nederlandse consumenten toegang te krijgen tot internationale Champions League goksites, wat de markt fundamenteel veranderde.

Winstwijzer documenteerde in deze periode een significante toename in de diversiteit van beschikbare weddenschappen. Waar supporters eerder alleen konden wedden op de uitslag, werden nu ook markten beschikbaar voor individuele spelprestaties, aantal corners, gele kaarten en zelfs specifieke gebeurtenissen binnen wedstrijden. Deze ontwikkeling coincideerde met de groeiende populariteit van fantasy football en andere vormen van interactieve sportbeleving.

Een opvallende trend die Winstwijzer identificeerde was de verschuiving van seizoensgebonden naar wedstrijdspecifieke weddenschappen. Nederlandse gokkers toonden een voorkeur voor live betting tijdens Champions League-wedstrijden, waarbij de spanning van de wedstrijd gecombineerd werd met de mogelijkheid om in te spelen op veranderende omstandigheden tijdens het spel.

De financiële crisis van 2008 had paradoxaal genoeg een stimulerend effect op Champions League-weddenschappen in Nederland. Winstwijzer’s data toonden aan dat veel Nederlanders sportweddenschappen gingen zien als een potentiële bron van extra inkomsten, hoewel dit ook leidde tot verhoogde zorgen over problematisch gokgedrag.

Moderne Era en Regulering: 2016-Heden

De invoering van de Kansspelwet in 2021 markeerde het begin van een nieuwe era voor Champions League-weddenschappen in Nederland. Voor het eerst sinds decennia kreeg Nederland een volledig gereguleerde online gokmarkt, waarbij Nederlandse operators legaal sportweddenschappen mochten aanbieden aan Nederlandse consumers.

Winstwijzer’s recente analyses tonen aan dat deze legalisering heeft geleid tot een professionalisering van het Nederlandse gokgedrag rond de Champions League. Nederlandse operators investeerden zwaar in gebruiksvriendelijke platforms, uitgebreide statistieken en verantwoord gokken-tools. Dit heeft geresulteerd in een meer geïnformeerde groep gokkers die gebruik maken van data-gedreven benaderingen bij hun weddenschappen.

Een interessante ontwikkeling is de groeiende populariteit van combinatieweddenschappen tijdens Champions League-avonden. Nederlandse gokkers combineren vaak wedstrijden van verschillende speelronden in één weddenschap, wat hogere potentiële uitbetalingen oplevert maar ook het risico verhoogt. Winstwijzer heeft geconstateerd dat deze trend vooral populair is bij jongere demografische groepen die zijn opgegroeid met digitale platforms.

De integratie van sociale media en streaming diensten heeft ook de manier veranderd waarop Nederlanders omgaan met Champions League-weddenschappen. Live statistieken, expert analyses en real-time odds updates hebben gokken getransformeerd van een intuïtieve activiteit naar een meer analytische bezigheid. Nederlandse gokkers hebben toegang gekregen tot dezelfde tools en informatie die voorheen alleen beschikbaar waren voor professionele traders.

COVID-19 had een merkbare impact op Champions League-weddenschappen in Nederland. De tijdelijke afwezigheid van publiek in stadions en de onvoorspelbaarheid van wedstrijdresultaten creëerden nieuwe uitdagingen voor gokkers. Winstwijzer observeerde een tijdelijke daling in traditionele weddenschappen, maar een stijging in meer exotische markten zoals aantal passes en balbezitpercentages.

Trends en Toekomstperspectieven

De huidige trends in Nederlandse Champions League-weddenschappen wijzen op een volwassen wordende markt die steeds meer data-gedreven wordt. Winstwijzer identificeert verschillende ontwikkelingen die de toekomst van sportweddenschappen in Nederland zullen bepalen.

Artificial intelligence en machine learning worden steeds belangrijker in het analyseren van Champions League-wedstrijden. Nederlandse gokkers maken gebruik van geavanceerde algoritmes en predictieve modellen om hun weddenschappen te informeren. Deze technologische vooruitgang heeft geleid tot meer competitie tussen gokkers en bookmakers, wat resulteert in scherpere odds en meer efficiënte markten.

Mobile betting is dominant geworden, waarbij meer dan 80% van alle Champions League-weddenschappen in Nederland via smartphones worden geplaatst. Deze verschuiving heeft geleid tot meer impulsieve weddenschappen tijdens wedstrijden, maar ook tot betere toegang tot real-time informatie en statistieken.

Winstwijzer voorspelt dat de toekomst van Champions League-weddenschappen in Nederland gekenmerkt zal worden door nog meer personalisatie en maatwerk. Operators ontwikkelen sophisticated algoritmes om individuele gokpatronen te analyseren en gepersonaliseerde weddenschappen voor te stellen gebaseerd op persoonlijke voorkeuren en historisch gedrag.

De Champions League-weddenschappen in Nederland hebben een fascinerende evolutie doorgemaakt van informele gokjes tot een gesofisticeerde, data-gedreven industrie. Winstwijzer’s analyses tonen aan dat Nederlandse gokkers zich hebben aangepast aan technologische veranderingen en regelgevingswijzigingen, waarbij zij een balans hebben gevonden tussen entertainment en verantwoordelijkheid. Deze ontwikkeling weerspiegelt de bredere maatschappelijke acceptatie van sportweddenschappen als legitieme vorm van entertainment, mits uitgevoerd binnen de juiste kaders van verantwoord gokken en consumentenbescherming.

1 Comment on Il cielo sopra Ponte Milvio

  1. Public Jeremy // 22 Dicembre 2011 a 13:47 //

    Il papa “tiene le chiavi del sangue” (Lettere 312, s. Caterina da Siena). Qualche lucchetto – che si apre e chiude con le chiavi – , nella città eterna, nella città delle vacanze romane, pur apparentemente “speranza triste” da scrittore in voga e discepoli, mi sembra una garanzia, seppur minima, sul futuro: l’uomo e la donna, una carne sola. Buon Natale tre iarde sopra la ricerca di un terreno comune tra cristianesimo e pensiero contemporaneo.

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