La crisi arriva anche a tavola

La crisi oltre ad aver tagliato i consumi, ha anche cambiato il menù degli italiani che hanno già attuato la spending review a tavola dove portano più pasta, che ha fatto registrare un +3%, e meno bistecche, scese a -6%, con una flessione media dei consumi alimentari in quantità pari all’1,5%. Tutto questo emerge dal rapporto della Coldiretti sul tema “La crisi cambia la spesa e le vacanze degli italiani”, illustrato ieri dal presidente Sergio Marini in base ai dati relativi ai primi cinque mesi del 2012 elaborati da Coop Italia per l’Assemblea nazionale della Coldiretti, in concomitanza con la divulgazione dei dati Istat sui consumi delle famiglie.
E non è tutto perché il 43% degli utenti italiani, rispetto al passato, ha ridotto la frequentazione dei negozi tradizionali, mentre il 29% di loro ha aumentato quella dei discount: «Il fenomeno di riduzione significativa dei negozi tradizionali – ha spiegato Sergio Marini, presidente di Coldiretti – determina anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani».
E con la crisi economica, non è da sottovalutare il ritorno al “fai da te” casalingo con l’aumento da record degli acquisti in quantità di farina, aumentati dell’8%, delle uova, cresciuti del 6%, e del burro, lievitati del 4%, ma non solo perché ormai un numero crescente di italiani è tornato a dedicarsi all’agricoltura. Quasi una famiglia italiana su tre, ormai, dispone di un orto e il 13% coltiva ortaggi in terrazza, in veranda o sul davanzale: «Ricostruire il rapporto – ha osservato il presidente di Coldiretti – che lega il cibo che portiamo ogni giorno a tavola con il lavoro necessario per coltivarlo nel rispetto dei cicli della natura è un passo importante per un Paese come l’Italia che ha bisogno di riscoprire la propria identità per tornare a crescere».
A tal proposito, va ricordato che l’associazione dei Coltivatori diretti sta curando il progetto “Educazione alla Campagna amica” che, nell’ultimo anno scolastico ha coinvolto ben 100mila studenti nelle fattorie didattiche e in aula con analisi sensoriali, prove del gusto e coltivazione di orti. Ma noi italiani siamo ovviamente diventati molto attenti anche alle offerte speciali, al consumo di prodotti locali, oltre che all’acquisto di frutta e verdura di stagione: «La pressione della crisi economica – ha sottolineato Marini – spinge gli italiani a ponderare meglio la propria spesa e accanto alla ricerca attiva delle promozioni salgono gli acquisti di prodotti con alto valore intrinseco in termini di sicurezza, sostenibilità ambientale, eticità e anche sostegno economico all’economia locale del territorio».
Insomma, con la crisi più della metà degli italiani ha ridotto o annullato lo spreco di cibo rispetto al passato: «In Italia – ha concluso Sergio Marini – a causa degli sprechi dal campo alla tavola viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate e la tendenza al risparmio è quindi uno dei pochi effetti positivi della crisi».