Hospice e cure palliative per vivere bene la fine

«Lo scenario della sanità futura non è rappresentato dalla gestione delle patologie acute in ospedale, bensì dalla gestione delle malattie croniche negli hospice. Per questo, oltre a quello già esistente, ne apriremo un secondo nella nostra provincia potenziando, parallelamente la rete di assistenza domiciliare». Lo ha annunciato lunedì Claudio D’Amario, direttore generale della Asl di Pescara intervenendo, presso la sala Tinozzi della Provincia di Pescara, alla manifestazione dal titolo “Ti racconto l’Hospice Bouganville di Pescara”.
Un incontro divulgativo, curato dalla Asl pescarese in occasione della Giornata nazionale per la cura della sofferenza inutile, per illustrare all’opinione pubblica il lavoro dell’equipe medica-infermieristica che, nella struttura situata all’interno della cittadella ospedaliera di Pescara, accoglie i malati terminali trattandoli con le cure palliative e la terapia del dolore: «E’ vero che quando si arriva a questo punto – spiega Nicoletta Verì, presidente della Commissione Sanità della Regione Abruzzo – non si può guarire, ma in questa struttura vi è la presa in cura del malato che viene accolto come fosse in casa propria, facendogli respirare un clima umano ben diverso dalla normale ospedalizzazione. L’hospice risponde alla problematica delle malattie croniche e per questo bisogna spostare risorse dall’ospedale verso queste strutture».
Finora sono stati 128, dall’apertura del 7 gennaio di quest’anno, i pazienti presi in carico dall’Hospice Bouganville: «L’hospice – illustra il professor Tullio Spina, direttore dell’Unità operativa di Anestesia, rianimazione e terapia del dolore della Asl – è una struttura residenziale esterna, ma fisicamente interna al complesso ospedaliero, avendo così a portata di mano professionalità molto utili con il forte apprezzamento degli utenti, che hanno fatto registrare un record di donazioni all’ospedale. Tra l’altro, l’hospice pescarese è l’unico in Abruzzo a disporre di due posti letto riservati ai terminali pediatrici».
La struttura, dunque, permette l’applicazione delle cure palliative, in grado di migliorare la qualità della vita del paziente terminale: «Queste cure – precisa la dottoressa Marisa Diodati, responsabile medico dell’Hospice Bouganville – subentrano quando la patologia del paziente non risponde più alla terapia e la malattia si evolve verso la morte, riconducendola ad un momento naturale e inevitabile della vita, controllando il dolore e garantendo un supporto socio-psicologico».