"Una Chiesa unita e fraterna, o almeno che cerca di essere unita e fraterna - chiede il Papa -, che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede. Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno. Una Chiesa che rischia con Gesù. Così Gesù vuole la Chiesa, così vuole la sua sposa"
"Tra cristiani e musulmani - sottolinea Papa Francesco - siamo fratelli: dobbiamo dunque considerarci come tali, comportarci come tali. In questi tempi drammatici, i responsabili religiosi cristiani e musulmani hanno voluto issarsi all’altezza delle sfide del momento, giocando un ruolo importante per ristabilire l’armonia e la fraternità tra tutti"
Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha innanzitutto espresso la sua vicinanza nei confronti delle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia: "Non vi dimentico mai; sento le vostre grida e prego per voi. Tanti di questi uomini, donne e bambini sono sottoposti a una violenza disumana. Ancora una volta chiedo alla comunità internazionale di mantenere le promesse di cercare soluzioni comuni, concrete e durevoli per la gestione dei flussi migratori in Libia e in tutto il Mediterraneo. E quanto soffrono coloro che sono respinti! Ci sono dei veri lager lì"
"I bambini e gli adolescenti, in Italia come in tutto il mondo – sottolinea Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the children Italia -, hanno semplicemente diritto a un pianeta vivibile per gli anni futuri e, a gran voce, stanno chiedendo al mondo e ai governi di cambiare finalmente rotta"
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