"Ognuno ha il proprio peccato – chiamiamolo per nome – e Lui non si spaventa dei nostri peccati - sottolinea Papa Francesco -: è venuto per guarirci. Almeno facciamoglielo vedere, che Lui veda il peccato. Siamo coraggiosi, diciamo: “Signore, io sono in questa situazione, non voglio cambiare. Ma tu, per favore, non allontanarti troppo”. Bella preghiera, questa. Siamo sinceri oggi"
"Noi abbiamo bisogno proprio di questo - sottolinea il cardinale Zuppi -, di trovarci con la nostra sedia, con la nostra individualità, in relazione agli altri. È uno sforzo che bisogna fare per accogliere gli altri, noi dobbiamo pensare che le nostre comunità coinvolgono le persone. Dobbiamo ricostruire un legame di comunità che coinvolga ciascuno, senza darlo per scontato. Con il pieno coinvolgimento, quando lo troviamo, ecco che capiamo la bellezza della Chiesa, la bellezza di essere una comunità-famiglia. La sedia e il banco come la nostra sedia di casa"