"Dopo dieci anni – conclude il cardinale Matteo Zuppi – ci piace ancora di più una Chiesa italiana, come disse Papa Francesco, inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. La desideriamo lieta, col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. E per essere così, se serve, innoviamo con libertà. Vogliamo che tutti si sentano a casa nella casa di Dio. Dove anche il fratello maggiore impara a sentire sua la festa della misericordia, della gratuità, della fraternità ritrovata"
"Anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare - osserva il Papa -, facciamo qualcosa per chi ha di meno. Non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa!"