"L’esperienza della Gmg - sottolinea don Michele Falabretti, direttore del Servizio nazionale di Pastorale giovanile Cei - andrebbe sfruttata anche per rigenerare nel cuore dei giovani la fiducia negli altri, la consapevolezza che dipendiamo gli uni dagli altri, l’estremo bisogno di riconoscere nell’altro il fratello e aprirsi alla spesa di sé stessi"
Da qui la necessità di un lavoro sistematico e condiviso: "Che grazie al lavoro di tante studiose anche italiane - spiegano le teologhe - può avvalersi di numerosi e qualificati strumenti utili per rileggere la tradizione, le teologie, le pratiche pastorali, l’ecclesiologia, l’uso dei testi biblici. Perché il paradigma del dominio e della ‘voce unica’ si infila anche nelle catechesi più moderne, nelle omelie più ispirate, nei convegni più illuminati, nei tiktok e nei blog più frizzanti"
"La teoria geneder - denuncia Bagnasco - è uno sbaglio della mente umana: si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un transumano in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità"