“Il segreto per essere vigilanti è la preghiera”
"Può esserci di aiuto la preghiera del cuore, ripetere spesso brevi invocazioni. In Avvento, abituarci a dire, ad esempio: «Vieni, Signore Gesù». Soltanto questo, ma dirlo: «Vieni, Signore Gesù»"
Come ogni domenica, anche stamattina il Santo Padre Francesco si è affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico per pregare l’Angelus con i fedeli presenti in Piazza San Pietro, dove è già arrivato un maestoso abete e fervono i preparativi per l’allestimento del presepe. Oggi si celebra infatti la prima domenica del tempo di Avvento, con il quale incomincia un nuovo anno liturgico e ci si prepara al Santo Natale.
Papa Francesco ha svolto una meditazione sul Vangelo del giorno, che «ci parla della venuta del Signore alla fine dei tempi. Gesù annuncia eventi desolanti e tribolazioni, ma proprio a questo punto ci invita a non avere paura. Perché? Perché andrà tutto bene? No, ma perché Egli verrà. Gesù tornerà, Gesù verrà, lo ha promesso. – ha spiegato il Pontefice – È bello ascoltare questa Parola di incoraggiamento: risollevarci e alzare il capo perché proprio nei momenti in cui tutto sembra finito il Signore viene a salvarci; attenderlo con gioia anche nel cuore delle tribolazioni, nelle crisi della vita e nei drammi della storia».
«Ma come si fa ad alzare il capo, a non farci assorbire dalle difficoltà, dalle sofferenze, dalle sconfitte? – domanda il Papa – Gesù ci indica la via con un richiamo forte: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano. Vegliate in ogni momento pregando” (Lc 21, 34.36)».
Francesco ha quindi parlato della vigilanza, caratteristica fondamentale di questo tempo liturgico. «Dalle parole di Cristo vediamo che la vigilanza è legata all’attenzione: state attenti, vigilate, non distraetevi, cioè restate svegli! Vigilare significa questo: non permettere che il cuore si impigrisca e che la vita spirituale si ammorbidisca nella mediocrità. Fare attenzione perché si può essere “cristiani addormentati” – ha proseguito il Santo Padre – cristiani senza slancio spirituale, senza ardore nel pregare, senza entusiasmo per la missione, senza passione per il Vangelo. Cristiani che guardano sempre dentro, incapaci di guardare all’orizzonte».
«Abbiamo bisogno di vigilare per non trascinare le giornate nell’abitudine, per non farci appesantire dagli affanni della vita. Gli affanni della vita ci appesantiscono. Oggi, dunque, è una buona occasione per chiederci: che cosa appesantisce il mio cuore? Che cosa appesantisce il mio spirito? Che cosa mi fa accomodare sulla poltrona della pigrizia? – ha chiesto Francesco, invitando i fedeli alla riflessione – Quali sono le mediocrità che mi paralizzano, i vizi, quali sono i vizi che mi schiacciano a terra e mi impediscono di alzare il capo? E riguardo ai pesi che gravano sulle spalle dei fratelli, sono attento o indifferente? Queste domande ci fanno bene, perché aiutano a custodire il cuore dall’accidia».
«E aggiungiamo un ingrediente essenziale: il segreto per essere vigilanti è la preghiera. Gesù infatti dice: “Vegliate in ogni momento pregando” (Lc 21,36) – ha specificato il Pontefice – È la preghiera che tiene accesa la lampada del cuore. Specialmente quando sentiamo che l’entusiasmo si raffredda, la preghiera lo riaccende, perché ci riporta a Dio, al centro delle cose. La preghiera risveglia l’anima dal sonno e la focalizza su quello che conta, sul fine dell’esistenza. Anche nelle giornate più piene, non tralasciamo la preghiera».
Papa Francesco ha concluso la meditazione con un suggerimento: «Può esserci di aiuto la preghiera del cuore, ripetere spesso brevi invocazioni. In Avvento, abituarci a dire, ad esempio: “Vieni, Signore Gesù”. Soltanto questo, ma dirlo: “Vieni, Signore Gesù”. Questo tempo di preparazione al Natale è bello: pensiamo al presepio, pensiamo al Natale, e diciamo dal cuore: “Vieni, Signore Gesù, vieni”. Ripetiamo questa preghiera lungo tutta la giornata, e l’animo resterà vigile!».