“In Italia mancano leader e priorità del nuovo governo dev’essere la cultura”
"L’Europa ha bisogno di leader - ooserva monsignor Galantino -. Oggi in Europa, anche in Italia, ci sono poche figure di riferimento: ciò interpella di più coloro che hanno la responsabilità e la possibilità di mettersi in gioco per il bene comune. Di gente che si impegna per il proprio tornaconto ne abbiamo anche troppa"

«In Italia mancano leader e la priorità del nuovo governo deve essere la cultura». Lo ha affermato mercoledì monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, interpellato dai giornalisti a margine della presentazione del suo nuovo libro “Quelli che non si accontentano”, all’Istituto Sturzo di Roma: «Non posso che essere d’accordo – commenta il presule a proposito dell’affermazione del Papa, contenuta nell’intervista al settimanale cattolico belga “Tertio”, per cui l’Europa ha bisogno di leader -. Oggi in Europa, anche in Italia, ci sono poche figure di riferimento: ciò interpella di più coloro che hanno la responsabilità e la possibilità di mettersi in gioco per il bene comune. Di gente che si impegna per il proprio tornaconto ne abbiamo anche troppa».
Interpellato, poi, su quali debbano essere le priorità del nuovo governo, monsignor Galantino ha risposto: «La cultura, la cultura di popolo, della convivienza: se c’è la cultura, spenderò per qualcosa di buono, se non c’è la cultura, cercherò di rispondere alle prime richieste che mi fanno comodo. Quando manca la cultura, manca la politica».
E a detta del segretario generale della Conferenza episcopale italiana, tutti abbiamo bisogno di politica: «Soprattutto – aggiunge monsignor Nunzio Galantino – di programmi che aiutino coloro che non ce la fanno, e che continuano ad essere troppi. Coloro che non sanno a che Santo votarsi, per portare avanti progetti minimi, i giovani e le tante famiglie che fanno fatica ad andare avanti».
Infine una domanda sull’eventualità che il nostro sia un Paese diviso: «Io non sono un politologo o un analista del voto – replica -. C’è da una parte tanta voglia di dare alla nostra patria una botta di vita, condizione per una vitalità diversa che renda protagonista il Paese, dall’altra la difficoltà a pensare in grande, per rispondere anche alle esigenze più immediate».