“L’Italia ha per la prima volta una misura di contrasto alla povertà”
"Da tempo - ricordano leassociazioni riunite in Alleanza contro la povertà - evidenziamo la necessità di un impianto normativo, che coniughi da una parte il sostegno al reddito e l’inclusione sociale e dall’altra preveda un Piano nazionale in grado di raggiungere tutti i cittadini che versano in povertà assoluta. Perché i sussidi senza i servizi scadrebbero nell’assistenzialismo"
Rappresenta una svolta nel contrasto alla povertà l’approvazione definitiva odierna, ad opera del Senato, del disegno di legge delega in materia, relativo anche al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali.
Con 138 voti favorevoli di Italia dei valori, Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, Ala – Scelta Civica, Area Popolare e Pd, e nonostante i voti contrari di Conservatori e Riformisti, Lega Nord e Autonomie, Sel, Movimento 5 stelle, Forza Italia-PdL, nasce il reddito d’inclusione che riguarderà 400 mila famiglie con minori a carico (pari a 1.770.000 individui) le quali riceveranno fino a 480 euro al mese, grazie a 1,780 miliardi di risorse disponibili per il 2017 e 1,204 per il 2018, più un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa su tutto il territorio nazionale: «L’Italia – esulta su Twitter Annamaria Parente, senatrice Pd relatrice della legge – ha per la prima volta una misura di contrasto alla povertà assoluta».
Proprio il reddito d’inclusione (Rei), è il provvedimento più importante ad essere introdotto dalla legge: «È il segno – commenta Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali – di un nuovo approccio alle politiche sociali, fondandosi sul principio dell’inclusione attiva, ovvero sul vincolo di affiancare al sussidio economico misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi».
Quando la legge entrerà in vigore, in seguito all’approvazione dei decreti attuativi da parte del Governo, i Centri per l’impiego potranno contare su 600 ulteriori unità di personale che, nella prospettiva di attuare il reddito d’inclusione, avranno il compito, in collaborazione con i servizi sociali del territorio, di favorire il collocamento al lavoro delle persone più deboli.
Il ministro Poletti ha poi ricordato che la delega prevede anche il rafforzamento del coordinamento dei servizi sociali: «Su questo – precisa – è stato fondamentale far convergere fonti di finanziamento europee (Pon Inclusione) e nazionali, oltre ad assicurare la collaborazione attiva tra i vari livelli di governo e tra questi e gli attori del privato sociale (Ministero, INPS, Regioni, Comuni, Terzo settore)».
E il Governo, a detta dello stesso ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, si dichiara già molto avanti con la preparazione dei provvedimenti attuativi della legge: «Che intendiamo sintetizzare – continua Giuliano Poletti – in un unico decreto legislativo, in modo da ottimizzare i tempi, rendendo operativo l’esercizio della delega prima dei sei mesi previsti, per dare risposta quanto prima ai cittadini in difficoltà».
Il decreto attuativo della legge delega sarà quindi solo uno e disciplinerà la platea dei destinatari, a partire dai nuclei familiari con figli minori, donne in stato di gravidanza, disabili e over 55, ovvero le categoria indicate alla Camera: «L’obiettivo – ricorda la senatrice Parente – è aggredire, a regime, tutta la povertà assoluta». Infatti, gli individui in povertà assoluta in Italia sono però 4,6 milioni, quindi sarà necessario da un lato ampliare le risorse e dall’altro costruire quel Piano contro la povertà che la legge prevede.
Intanto, esultano le realtà del mondo cattolico e del Terzo settore: «La legge delega sulla povertà – sottolinea Alleanza contro la povertà, il cartello di organizzazioni della società civile promosso da Acli e Caritas – segna un momento significativo nel nostro Paese. Da tempo, evidenziamo la necessità di un impianto normativo che coniughi da una parte il sostegno al reddito e l’inclusione sociale e dall’altra preveda un Piano nazionale in grado di raggiungere tutti i cittadini che versano in povertà assoluta. Perché i sussidi senza i servizi scadrebbero nell’assistenzialismo perdendo, così, il carattere inclusivo che rappresenta, invece, il punto di svolta nella lotta alla povertà e all’emarginazione sociale».
Di fronte ai limiti della legge, soprattutto in termini di risorse, l’Alleanza osserva che l’obiettivo rimane l’effettiva universalità della prestazione: «Dentro – conclude – una strategia di rafforzamento del sistema dei servizi, auspicando che attraverso i decreti delegati si prosegua nella direzione da noi indicata».
Per il Forum del Terzo settore, l’approvazione delle legge delega contro la povertà è un provvedimento di enorme rilevanza per il contrasto all’indigenza nel nostro Paese: «Va quindi vista – osserva Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore – come un successo della politica nella sua funzione di rispondere ai bisogni sociali. Una legge che pure, nel passaggio in Senato, avrebbe avuto margini di miglioramento. Tuttavia, siamo convinti del valore storico di questa nuova misura che imprime un segno positivo alle politiche sociali del nostro Paese, poiché finalmente anche l’Italia, come tutti gli altri Paesi europei, si dota di una misura nazionale, il Reddito d’inclusione, per aiutare le persone in condizione di povertà assoluta».
Per il Forum del Terzo Settore, oggi si giunge a un traguardo e contemporaneamente si guarda a un nuovo inizio: «Il contrasto alla povertà – conclude – è un impegno che va perseguito con costanza nel tempo, soprattutto prevedendo risorse e servizi adeguati. Per questo è necessario che si proceda in tempi brevi all’approvazione dei decreti attuativi, perché la lotta alla povertà continui a essere una priorità nel nostro Paese».