“Se il Vangelo non è vissuto nella cura degli ultimi, sono parole vuote!”
"Forse - osserva monsignor Valentinetti - abbiamo già dimenticato la bellissima enciclica “Evangelii gaudium”. Ma credo che dovremo ritornare ancora, e Papa Leone ce ne sta indicando la strada, a quella enciclica dove si coniugano insieme l'annuncio del Vangelo e la carità. L'annuncio del Vangelo, un nuovo, rinnovato annuncio del Vangelo. La cosiddetta nuova evangelizzazione, non nuova nel contenuto, ma forse nuova nel metodo"
L'arcivescovo Valentinetti incensa l'effige di Sant'Antonio di Padova

«Affidiamo la nostra persona, questa comunità parrocchiale, la nostra città, all’intercessione potente di Sant’Antonio di Padova, perché recuperiamo le forze per una rinnovata evangelizzazione». Lo ha affermato venerdì sera l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, presiedendo la santa messa in onore del Santo di Padova – sacerdote e dottore della Chiesa – nel giorno della sua memoria liturgica e nell’omonima parrocchia di Pescara retta dai frati minori conventuali che lo hanno celebrato. Per questi ultimi, infatti, concelebrava la santa messa il parroco Fra Alfonso Di Francesco. Oltre a numerosi fedeli, non è mancata la presenza delle autorità civili e miliari, a partire dal sindaco di Pescara Carlo Masci e dal presidente del Consiglio Comunale Giovanni Santilli.

Nella successiva omelia, il presule ha ulteriormente tratteggiato dalla figura di Sant’Antonio di Padova: «In questo tempo particolare della vita della Chiesa – sottolinea l’arcivescovo Valentinetti -, è veramente opportuno ricordare l’opera, la figura di Sant’Antonio. Fu uno dei primissimi discepoli di Francesco, ma oltre ad essere discepolo di Francesco, fu capace di suggerire a Francesco anche quella parte ulteriore del suo carisma – che poi Francesco e i suoi seguaci hanno messo in atto – cioè quello della predicazione. Antonio è ricordato per due cose fondamentali. Per la predicazione, una predicazione molto sapiente che aveva sostanza. Tutto questo ci è stato ricordato dalla prima lettura, dal Libro della sapienza “Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza”. Ma Antonio è ricordato e ricordato anche per la grande carità, il Pane di Sant’Antonio. La tradizione continua a farci rivivere questo gesto di carità, come gesto di accoglienza per gli ultimi e per i poveri. Ma le due cose, la predicazione e la carità, non sono distaccate. In Antonio trovano armonia, così come la trovano anche nel Francescanesimo. La predicazione e la carità. Si può predicare, si può annunciare se si è coerenti al Vangelo, se il Vangelo è vissuto in prima persona. Se il Vangelo non è vissuto nella dimensione della carità, dell’attenzione agli ultimi, ai poveri, a coloro che non hanno nulla, che hanno bisogno di tutto, fa praticamente vuoto di voce. Antonio, questa sera, ci ricorda questa grande verità».

E quest’ultima riporta anche agli insegnamenti di Papa Francesco «che su questa strada – ricorda l’arcivescovo di Pescara-Penne – ha tracciato un solco molto profondo. Ma forse abbiamo già dimenticato la bellissima enciclica “Evangelii gaudium”. Ma credo che dovremo ritornare ancora, e Papa Leone ce ne sta indicando la strada, a quella enciclica dove si coniugano insieme l’annuncio del Vangelo e la carità. L’annuncio del Vangelo, un nuovo, rinnovato annuncio del Vangelo. La cosiddetta nuova evangelizzazione, non nuova nel contenuto, ma forse nuova nel metodo».
Quindi l’invito finale di monsignor Tommaso Valentinetti: «E allora cari fratelli, care sorelle – conclude il presule -, lasciamoci conquistare dall’esempio di Antonio e rinnoviamo le nostre vite e i nostri buoni propositi, perché ci mettiamo al lavoro nella grande vigna del Signore e possiamo essere pronti ad evangelizzare con le parole e con la vita. Amen».


