"È un cammino complesso - ammette l'arcivescovo Valentinetti -, anche perché richiede una grossa revisione interiore e soprattutto richiede che sul serio vescovo, presbiteri e laici, ci reimmergiamo nelle profondità, primo, dell'ascolto della Parola di Dio. Se non ci immergiamo, con le nostre comunità parrocchiali, in un ascolto fecondo della Parola, noi non andiamo da nessuna parte. Secondo, che ci reimmergiamo in esperienze non superficiali, non edulcorate, non sentimentaloidi, non chiassose di vita di preghiera, costituiti da momenti di ascolto, di silenzio, di adorazione, di riflessione spirituale in esercizi spirituali, in ritiri sempre più convinti nel ricreare spazi di silenzio all'interno delle nostre comunità e all'interno delle nostre Chiese"
"Le cure palliative - sottolinea monsignor Vincenzo Paglia - ci consentono di vincere la solitudine del malato, l’afasia ed il mutismo della nostra società verso le fasi finali dell’esistenza. Una morte umana, per noi credenti, è il grande spazio di apertura verso quella pienezza di vita che ci attende in base alla promessa di Gesù"
"Molti di noi se potessero scegliere preferirebbero morire subito, piuttosto che nel modo orribile, progressivamente e infinitamente spaventoso, di morire tutti i giorni"
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