Genitore 1 e 2: “L’annullamento delle differenze è una perdita, non un guadagno”
"Dietro questo tema - sottolinea Cantelmi - credo vi sia molta sofferenza. È una questione estremamente sensibile che dobbiamo, sì, valutare tenendo sempre al centro il bene della persona, ma anche accogliendo il dolore legato a probabili esperienze passate di discriminazione, dandogli significato"
Si torna a parlare del ritorno della dicitura “genitore 1” e “genitore 2” sui documenti in sostituzione dei termini “padre” e “madre”, come annunciato nei giorni scorsi dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, e lo psichiatra Tonino Cantelmi – professore di Cyberpsicologia all’Università europea di Roma nonché presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici – intervistato dall’agenzia di stampa Sir commenta: «L’annullamento o l’appiattimento delle differenze non è un guadagno, ma una perdita. Non mi spaventa, ma mi preme una seria riflessione sul senso dell’essere genitori oggi».
Lo psichiatra, dunque, dice “no” a contrapposizioni ideologiche, ma anche al “pregiudizio” di chi rinnega decenni di assunti sull’importanza delle figure del padre e della madre nel percorso di crescita e di costruzione dell’identità. Di fronte ai rischi del “pensiero unico”, richiamati da alcuni, e con riferimento alle reazioni al di sopra delle righe di cui è stato fatto oggetto, per essersi detto contrario alla nuova dicitura, un sacerdote da sempre vicino agli “ultimi”, Cantelmi aggiunge: «Non parlerei di dittatura del pensiero. Dietro questo tema credo vi sia molta sofferenza. È una questione estremamente sensibile che dobbiamo, sì, valutare tenendo sempre al centro il bene della persona, ma anche accogliendo il dolore legato a probabili esperienze passate di discriminazione, dandogli significato. Questo non è il tempo della contrapposizione, bensì dell’accoglienza, dello sforzo per comprendere e del dialogo. Bisogna recuperare i tratti dell’essere genitore, gli aspetti materni e paterni in un confronto libero da aspetti ideologici e sterili contrapposizioni; non astratto ma focalizzato su aspetti concreti».
La dicitura “genitore 1” e “genitore 2” era già stata introdotta dal Governo Renzi, nel 2015, al posto di “padre” e “madre” sui documenti. Termini, questi ultimi, poi ripristinati nel 2019 dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.