Il Pontefice si è ulteriormente raccomandato con i padri sinodali, affinché «non trasformino - ammonisce il Papa - i nostri contributi in puntigli da difendere o agende da imporre, offrendoli come doni da condividere, pronti anche a sacrificare ciò che è particolare, se ciò può servire a far nascere insieme qualcosa di nuovo secondo il progetto di Dio. Altrimenti finiremo per chiuderci in dialoghi tra sordi, dove ciascuno cerca di tirare acqua al proprio mulino senza ascoltare gli altri, e soprattutto senza ascoltare la voce del Signore"
"Le aree del cervello che governano il linguaggio del bambino – ammonisce Giuseppe Riva, docente di Psicologia della comunicazione all’Università Cattolica -, sono quelle più colpite a causa di un eccessivo uso delle tecnologie. Quello che vediamo anche nelle scuole italiane è un aumento di tutte le forme di disturbo del linguaggio"
"In genere - osserva l’ex presidente nazionale di Ac - Dio non è estraneo al loro mondo interiore. È un Dio molto privato, che sentono comunque vicino, con cui dialogano o che pregano quando sentono il bisogno. È un Dio anonimo, impersonale, che non prende il volto di Gesù. Non capiscono il perché delle pratiche, anche se quasi tutti hanno terminato il percorso dell’iniziazione cristiana. Di quella esperienza hanno un ricordo negativo, perché l’hanno ritenuta simile alla scuola, o sono stati costretti ad imparare cose che non capivano"
"Anche se gran parte degli italiani – osserva don Marco Pagniello - percepisce i migranti come una minaccia, noi diciamo con forza che il futuro si sta proponendo con forza alla nostra attualità. Altrimenti problemi come la denatalità o le pensioni, senza il contributo dei migranti, non si risolveranno"
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