Pace: “Si costruisce scegliendo ogni giorno di farci prossimi”
"Costruire ponti è possibile, anzi doveroso – precisa don Marco Pagniello –. Proteggere chi è vulnerabile è segno di civiltà. Promuovere una cultura dell’incontro arricchisce tutti. Integrare è investire nel futuro di pace. Facciamolo insieme, con la profondità del pensiero e la concretezza dell’azione, sapendo che la pace e la fratellanza iniziano dalle nostre scelte quotidiane"

Ieri a Salerno si è tenuto “Migramed”, l’incontro della Caritas del Mediterraneo al quale è intervenuto anche il direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello, tornando a parlare dei corridoi umanitari: «Sono un’alternativa concreta alla migrazione irregolare – rilancia il presbitero – e un’opportunità per le comunità locali di riscoprirsi accoglienti. È così che si costruisce la pace: scegliendo ogni giorno di farsi prossimi, contro la cultura dell’indifferenza».
A tal proposito, una parte del suo intervento è stato dedicato al protocollo siglato – lo scorso 11 giugno – tra Cei (rappresentata dal cardinale presidente Matteo Zuppi) e Ministero dell’Interno (rappresentato dal ministro Matteo Piantedosi) e che prevede sinergie tra prefetture e diocesi locali, così da impostare nuove attività per favorire l’accoglienza e l’integrazione di richiedenti asilo e rifugiati, ma più in generale anche di cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità: «Un’intesa – sottolinea don Pagniello – che riconosce il ruolo del terzo settore e apre a nuove forme di accoglienza e integrazione sui territori. Anche attraverso progetti pilota, che sappiano rispondere in modo flessibile ai bisogni dei più fragili».
Il direttore di Caritas italiana ha poi presentato il progetto “Peacemed”, promosso da Caritas italiana nel Mediterraneo: «La pace – ammonisce il sacerdote pescarese – è un bene comune da costruire insieme. Ai giovani è affidato il compito di diventare ponti tra le sponde del mare che unisce e non divide. L’advocacy per Caritas – ha sottolineato – non è solo denuncia delle ingiustizie, ma anche proposta concreta e costruzione di reti. È uno stile partecipativo che parte dai territori e mette al centro la persona».
Quindi il presbitero ha citato Papa Francesco: «Accogliere, proteggere, promuovere, integrare – ricorda -. Non sono solo parole, ma un programma di azione concreta che la Chiesa, attraverso Caritas italiana, vive ogni giorno nei territori. È da qui che può nascere una vera cultura dell’incontro e della pace. Accogliere significa offrire vie legali e sicure d’ingresso, come i corridoi umanitari. Proteggere vuol dire difendere la dignità e i diritti fondamentali dei migranti. Promuovere è aiutare ogni persona a realizzarsi pienamente. Integrare è costruire una società aperta alla diversità, in cui nessuno sia escluso».
Da qui la sua conclusione: «Costruire ponti è possibile, anzi doveroso – precisa don Marco Pagniello –. Proteggere chi è vulnerabile è segno di civiltà. Promuovere una cultura dell’incontro arricchisce tutti. Integrare è investire nel futuro di pace. Facciamolo insieme, con la profondità del pensiero e la concretezza dell’azione, sapendo che la pace e la fratellanza iniziano dalle nostre scelte quotidiane».
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