Forum famiglie: “Alle mamme un anno di contributi per ogni figlio”
"È tempo – sottolinea Gigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie – di riconoscere il contributo demografico e l’apporto sociale offerti al Paese da quelle 25 mila mamme che, secondo i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, ogni anno rinunciano al posto per poter assistere i propri bambini, costrette da situazioni di inconciliabilità tra lavoro e famiglia o per la carenza e i costi elevati dei posti nei nidi"
Dal Forum delle famiglie è arrivata una controproposta riguardo all’uscita anticipata dal lavoro grazie al provvedimento governativo “quota 100”, rivolto a tutti coloro che hanno raggiunto 38 anni di contributi ed un’età minima di 62 anni: «Riguardo al tema delle pensioni – afferma Gigi De Palo, presidente del Forum -, rilanciamo l’urgenza che l’opzione ‘donna’ venga modificata in opzione ‘mamma’, riconoscendo alle mamme lavoratrici contributi figurativi di almeno un anno per ogni figlio, da tenere in considerazione ai fini di una loro uscita anticipata dal lavoro».
Ma non è l’unica richiesta: «Soprattutto – aggiunge De Palo -, chiediamo al Governo il coraggio di dare un segnale forte al Paese, eliminando la discriminazione con cui chi ha messo al mondo uno o più figli è costretto a vivere, oggi, il percorso pensionistico in Italia. Da più parti si parla di necessità di sconfiggere l’inverno demografico e di ridare impulso alla natalità, ma nei provvedimenti serve la concretezza».
Proposte che dimostrano l’evidente contrarietà del Forum delle famiglie a “quota 100”: «Così com’è – lamenta De Palo – penalizza le mamme lavoratrici, ovvero le cittadine che hanno dovuto fare maggiormente ricorso al part-time o hanno rinunciato del tutto a percorsi di carriera per poter crescere i figli e, di conseguenza, adesso hanno una minore contribuzione a fini pensionistici, da cui deriva per loro una penalizzazione nella pensione».
Da qui un invito: «È tempo – conclude il presidente del Forum delle famiglie – di riconoscere il contributo demografico e l’apporto sociale offerti al Paese da quelle 25 mila mamme che, secondo i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, ogni anno rinunciano al posto per poter assistere i propri bambini, costrette da situazioni di inconciliabilità tra lavoro e famiglia o per la carenza e i costi elevati dei posti nei nidi».