Strage di cristiani in Kenya: “Nuova tappa nell’esportazione del terrorismo”
"Il fatto - osserva Mario Raffaelli, presidente della sezione italiana di Amref Health Africa - che sia stato attaccato un college e che, come sembra, si sia operata una divisione fra ostaggi islamici e cristiani, indica una inquietante similitudine con il modo di operare dell’Is. Se si stabilisse realmente un’affiliazione e un coordinamento fra le due organizzazioni, ciò renderebbe ancor più pericolosa e letale l’azione degli Shabab"
«L’attacco a un college in Kenya e il numero di vittime, segnano una nuova tappa nell’esportazione degli attacchi terroristici nei Paesi limitrofi da parte degli Shabab». Lo ha affermato Mario Raffaelli, presidente della sezione italiana di Amref Health Africa, da poco tornato dalla Somalia dove sta seguendo il processo di pacificazione per l’Awepa (organizzazione dei Parlamenti europei a sostegno ai Parlamenti africani), commentando l’ennesimo tragico attacco estremista che ha mietuto 147 vittime, tra cui due poliziotti, un soldato e due guardiani, per lo più studenti cristiani del College universitario di Garissa nel nord del Kenya.
Nella giornata di ieri 25 corpi sono stati recuperati da una delle aule, mentre 65 persone sono in cura presso il Garissa General Hospital e altre strutture sanitarie: «Il personale Amref Kenya – informa l‘organizzazione umanitaria – è stato il primo a rispondere alla chiamate di emergenza, utilizzando uno dei veicoli d‘ufficio per trasportare i feriti in ospedale».
Amref Flying Doctors ha anche inviato un’equipe medica a bordo di tre aerei a Garissa, due Re Lear e un Caravan, per aiutare a gestire le vittime e le possibili evacuazioni. Il primo gruppo di vittime è arrivato a Wilson in un elicottero. Questa nuova strage di cristiani, operata da un commando formato da un numero imprecisato di uomini, solleva poi una nuova serie di interrogativi per individuare trame e strategie esistenti dietro l’attentato mortale: «Il fatto – osserva Raffaelli – che sia stato attaccato un college e che, come sembra, si sia operata una divisione fra ostaggi islamici e cristiani, indica una inquietante similitudine con il modo di operare dell’Is. Se si stabilisse realmente un’affiliazione e un coordinamento fra le due organizzazioni, ciò renderebbe ancora più pericolosa e letale l’azione degli Shabab».
È necessario, dunque, che la comunità internazionale moltiplichi gli sforzi per accelerare il processo di transizione in Somalia, evitando il rischio che la destabilizzazione possa propagarsi in tutto il Corno d’Africa: «Il terrorismo – aggiunge il presidente della sezione italiana di Amref Health Africa – sfrutta i contenziosi locali, facendo leva sull’emarginazione e la miseria. La sola risposta militare è inutile e quando non addirittura controproducente. Bisogna invece fornire sostegno ai gruppi democratici, con una strategia globale capace di affrontare i problemi in Medio oriente, Corno d’Africa e Sahel».
Ma, al di là di tutto, il terribile attacco di ieri mattina, ad opera di uomini armati mascherati: «Evidenzia – dichiara Amnesty International, chiedendo alle autorità di condurre un’indagine immediata, imparziale ed efficace per consegnare i responsabili alla giustizia – la necessità urgente per la tutela degli studenti, del personale dell’università e del resto della popolazione a Garissa e nelle altre aree del nord del Paese.
Del resto, il Garissa University College, parte dell’Università Moi, si trova nel nord del Kenya, un’area del Paese nota per essere vulnerabile agli attacchi di al-Shabab: «Chiediamo – sollecita Muthoni Wanyeki, di Amnesty International – al Governo del Kenya di agire con decisione, secondo la Costituzione e a norma di legge, per garantire la tutela di coloro che sono sotto attacco o a rischio di attacchi a Garissa e in altre aree del nord. I cittadini e i dipendenti pubblici del nord hanno ripetutamente espresso timori circa la loro vulnerabilità agli attacchi di al-Shabab, che il Governo del Kenya non è riuscito ad affrontare adeguatamente. Le istituzioni educative sono pensate per essere luoghi sicuri per gli studenti e i loro insegnanti e la loro tutela deve essere pienamente garantita».