"Se non si riconosce che la fede è un dono di Dio - sottolinea il Papa -, anche le preghiere che la Chiesa rivolge a Lui non hanno senso. E non si esprime attraverso di esse nessuna sincera passione per la felicità e la salvezza degli altri e di quelli che non riconoscono Cristo risorto, anche se si passa il tempo a organizzare la conversione del mondo al cristianesimo"
"Questi tre giorni di festa - spiega don Primo Coletta, direttore dell’Istituto don Orione - serviranno a far conoscere quello che facciamo per i nostri fratelli più sfortunati, amandoli e aiutandoli senza commiserarli"
"Chiediamo, nella preghiera comune – conclude Francesco -, di imparare nuovamente a fare silenzio per ascoltare la voce del Padre, la chiamata di Gesù e il gemito dello Spirito. Chiediamo che il Sinodo sia kairós (tempo favorevole) di fraternità, luogo dove lo Spirito Santo purifichi la Chiesa dalle chiacchiere, dalle ideologie e dalle polarizzazioni"