Matrimoni misti: “Due sposi, due Chiese”
«Lo sviluppo delle potenzialità positive di riconciliazione insite in un matrimonio interconfessionale presuppone una consapevole appartenenza dei coniugi alle rispettive Chiese, allontanando l’idea che l’unione delle Chiese si realizzi attraverso la costruzione di una “terza Chiesa”, di una comunità cioè che supera i vincoli e le resistenze delle Chiese ufficiali e si pone come alternativa ecumenica rispetto ad esse».
Lo ha precisato Angelo Maffeis, docente all’Università Cattolica di Brescia ed esperto di ecumenismo. Ieri, infatti, si è parlato di matrimoni misti tra cattolici ed evangelici al convegno nazionale della Conferenza episcopale italiana promosso dagli uffici Famiglia, ecumenismo, dialogo e problemi giuridici: «Il rispetto per l’identità e il vincolo ecclesiale di entrambi i coniugi – ha spiegato Maffeis – è la condizione che permette loro di vivere la fede comune, di realizzare un fruttuoso scambio spirituale e di testimoniare insieme la propria fede, anzitutto nella forma di un impegno comune della educazione cristiana dei figli».
Per questa ragione le Chiese in accordo precisano ai fidanzati e ai coniugi di diversa appartenenza confessionale che, se il loro amore è contraddistinto dalla sofferenza per la divisione dei cristiani, esso può diventare segno dell’aspirazione all’unità della Chiesa: «Ciò però non significa – ha chiarito lo studioso citando il Testo comune cattolico-valdese-metodista – che le divergenze tra le Chiese debbano indurre a rinunciare di offrire ai figli una educazione cristiana, rimandando al tempo in cui i figli potranno compiere liberamente le proprie scelte».
Infatti, gli orientamenti pastorali maturati negli ultimi decenni e i resti del dialogo ecumenico tendono ormai a superare la logica che considera il matrimonio misto solo dalla parte cattolica o dalla parte evangelica, concorrendo invece a valorizzare la soggettività della coppia e della famiglia nel loro insieme, indicando vie concrete per l’attuazione di un agire autenticamente ecclesiale, qual è l’annuncio del Vangelo: «L’educazione cristiana dei figli – ha concluso il professor Maffeis – è il primo ambito in cui questa soggettività della famiglia si esprime».